Con il consueto concerto del JSB Ensemble (una sigla che, oltre a richiamare le iniziali di Bach, significa anche “Junges Stuttgarter Bach Ensemble”) che quest’ anno era composto da giovani cantanti e musicisti provenienti da 18 nazioni diverse. si è conclusa la Bachwoche 2015. A conferma della qualità del progetto, che da anni costituisce uno dei punti fermi nella programmazione artistica della Internationale Bachakademie Stuttgart, tutti gli appuntamenti hanno fatto registrare una notevole presenza di pubblico. Anche la serata finale, tenutasi nella Stiftskirche, è stata festeggiatissima dagli spettatori che gremivano la chiesa in ogni ordine di posti e che ha dimostrato di apprezzare la bella prova fornita dai giovani studenti sotto la direzione di Hans-Cristoph Rademann, che ha concluso in maniera eccellente due settimane di intenso lavoro didattico e pratica musicale. La formula del workshop, ideata e concepita da Helmuth Rilling che ne è stato il direttore fino a due anni fa, conferma in pieno la validità del progetto, variato e integrato da Rademann ma sostanzialmente rimasto fedele alla struttura originale.
In questa edizione, le musiche bachiane oggetto dei corsi erano scelte tra quelle dedicate alle festività della Passione, della Pasqua e dell’ Ascensione. Il concerto alla Stiftskirche iniziava con la Cantata BWV 182 “Himmelkönig, sei willkommen!”, scritta da Bach nel 1714 a Weimar per la festività della Domenica delle Palme e qui eseguita nella revisione composta a Leipzig nel 1724. Paragonata alle altre Cantate del periodo di Weimar, la BWV 182 è articolata in una struttura formale insolitamente estesa, con sette numeri vocali preceduti da una bellissima introduzione strumentale in forma di fugato tra flauto dolce e violino, sostenuto dagli archi e dal pizzicato del basso continuo. Dopo gli splendidi virtuosismi contrappuntistici del coro iniziale, la Cantata prosegue con un recitativo, tre arie solistiche, un Corale che rappresenta uno dei momenti più intensi della partitura e un Coro che conclude in un’ atmosfera di festa. Le arie sono tutte di fattura squisita ma la più toccante è forse quella affidata al tenore, “Jesu, laß durch Wohl und Weh”, per l’ intensità e la bellezza di una linea melodica arricchita da un raffinatissimo trattamento strumentale.
Foto ©Holger SchneiderIl secondo brano era l’ Oster-Oratorium BWV 249, composto da Bach nel 1725 a lepzig e revisionato dieci anni dopo. La musica è una rielaborazione della Cantata “Entfliehet, verschwindet, entweichet ihr Sorgen” BWV 249a, il cui materiale è andato perduto, integrata con brani provenienti da altre composizioni. La partitura, articolata in undici sezioni, presenta quattro personaggi affidati alle voci solistiche e non prevede la presenza dell’ Evangelista. Anche in questo caso la struttura corale e strumentale è di grande ricchezza e la musica presenta momenti qualitativamente intensi ed ispirati.
La serata si chiudeva con la Cantata BWV 11 “Lobet Gott in seinen Reichen”, detta anche Himmelfahrtsoratorium seguendo le indicazioni di Bach, che per questa composizione utilizzò anche il titolo Oratorium In Festo Ascensionis, come indicato sull’ autografo conservato a Berlino. Composta nel 1735 a Leipzig, questa Cantata è conosciuta soprattutto per la stupenda aria del contralto “Ach, bleibe doch, mein liebstes Leben”, riutilizzata da Bach per l’ Agnus Dei della Messa in si minore. Qui il testo prevede la classica figura dell’ Evangelista e la struttura è abbastanza inusuale nella sua articolazione in due parti incorniciate da altrettanti brani corali: Quello introduttivo è una sontuosa introduzione in forma di aria in stile italiano, mentre il Coro di chiusura è affascinante per la strumentazione sontuosa e la ricchezza dell’ invenzione compositiva.
Hans-Cristoph Rademann ha confermato anche in questa occasione la sua statura di interprete bachiano tra i più autorevoli della nostra epoca. La sua direzione è stata magnifica in tutti e tre i brani del programma per raffinatezza, ampiezza di respiro e lucidità di concezione. I ragazzi del JSB Ensemble hanno offerto una prova davvero ammirevole per slancio, compattezza d’ insieme e precisione esecutiva. Tra i numerosi giovani interpreti delle arie solistiche, meritano una menzione particolare il mezzosoprano tedesco Anna Kunze, che ha già cantato con diversi direttori importanti, il sprano Johanna Pommranz e il mezzosoprano belga Coline Dutilleul, dotata di mezzi vocali interessanti. Ma anche tutti gli altri si sono fatti apprezzare per la consapevolezza stilistica e la preparazione messa in mostra. Clima di festa e grande successo finale. A ciusura dell’ attività, Rademann guiderà i ragazzi del JSB Ensemble in una breve tournée italiana che toccherà Varese, Vicenza e Perugia.