Un po’ di tempo fa, l’account su Twitter di @CasaLettori mi ha coinvolto con l’hastag #BacioDAutore. A dire il vero, non ricordo se ho partecipato e come, ma non è questo il punto. Ne ho approfittato per riflettere sul numero dei baci che ci sono nei miei racconti.
Decisamente pochi. Ma forse ricordo male!
Ah, l’amour!
Sia chiaro: “Cardiologia” sono tutti racconti d’amore, dal primo all’ultimo. Per quale motivo, secondo te, ha quel titolo? Non è mica un reparto ospedaliero!
“Lui si avvicinò a sua moglie e poggiò le mani sulla sponda. Le accarezzò la fronte, i capelli per due volte. – I tuoi capelli. I tuoi bei capelli. Che cosa è successo – Le strinse la mano destra, la sentì fredda. Chinò il capo. Sentì i passi dell’infermiera che era rientrata nella camera, stava dietro di lui. Ne udiva il respiro. Chiuse gli occhi e le lacrime scivolarono sulle guance. Si abbassò, la baciò sulle labbra e sulla fronte. Le lacrime le bagnarono il viso, lui gliele asciugò. La moglie aprì gli occhi per un attimo, li richiuse.”
Naturalmente, questo brano si svolge proprio in un ospedale. Però, corpo di mille bombarde, il bacio c’è!
Non solo:
“Chiara disse: – Non hai sete? – Lui disse di sì e bevve. Si asciugò la bocca con il dorso delle mani e allora Chiara gli diede un bacio sulla guancia. Luca sgranò gli occhi.
Lei disse: – Adesso non siamo più solo amici. Siamo fidanzati.– Che vuol dire.
– Non lo sai? – Chiara si asciugò le mani sulla tuta. – Che mi devi rispettare. E non devi guardare le altre bambine.
– E come faccio. Mi passano davanti.
Chiara ci pensò su. – Va bene. Puoi guardarle. Però non devi baciarle. E nemmeno prendere baci da loro. Perché questa è una cosa seria. Altrimenti non vale. – Si protese e gli mostrò la guancia destra.
Lui disse: – Però il bacio si dà sulla bocca.
– Va bene.”
A parte il fatto che lui è già un genio e ha capito tutto della vita. Ma queste sono sciocchezze, robetta. Altro che baci e acrobazie (qualcosa in “Cardiologia” c’è, niente di straordinario).
Ecco il vero amore, qui non ci sono baci, c’è molto di più:
“Caterina mise la figlia sul gabinetto e attese che cacasse. Le pulì il culo, le fece il bidet e preparò la colazione. La bambina si chiamava Serena, aveva dieci anni e pesava ottanta chili. Sapeva solo sorridere.”