il poster che da anni resiste alle intemperie nella mia stanza in esclusiva per voi...
La dura vita di una fangirl
Il mio primo incontro col Titanic risale al lontano 1997, un'epoca oscura in cui internet era ancora una misteriosa invenzione esaltata dagli insegnanti di tutto il mondo come strumento per le ricerche scolastiche(parole testuali della mia maestra delle elementari)e un bell'articolo da ritagliare poteva nascondersi in ogni rivista: inciampata per caso in un articolo del Sorrisi e Canzoni pieno zeppo di spoiler e completo di maxi foto di Kate e Leo, per l'undicenne che era in me fu amore a prima vista.
galeotto fu l'articolo e chi lo scrisse...
Inutile negare che il bisogno impellente di vedere il film all'inizio non era tanto legato al lavoro di zio Jim Cameron quanto al caro Leo, di cui diventai come molte altre un'accanita e pericolosissima seguace: in un mondo senza facebook, nè twitter nè TUMBLR, la dura vita di una fangirl era una caccia spietata a colpi di forbice e carta, alla ricerca di qualunque fotografia o articolo che sembrasse utile alla causa e dove il rifiuto di scambiare una figurina poteva segnare per sempre un'amicizia; a complicare le cose si aggiungeva anche la mia sorellina, che all'epoca aveva un terrore tale del film che a solo sentirne il nome scoppiava in lacrime.uno dei modi in cui mia sorella esprimeva il suo grande amore per il film...
Non andava meglio nemmeno sul fronte visivo: mentre la pellicola faceva faville al botteghino e io non riuscivo a trovare nessuno che volesse accompagnarmi, la disperazione era tale da farmi vedere tutte le trasmissioni trovabili a tema, persino lo speciale (horror) di Paolo Limiti(Horror again.) e Cristina Parodi(shame on ME).un'importante notizia raccolta sulla vita di Leo...
Mentre la Titanic-mania cresceva inesorabile e My heart will go on veniva passata a tutte le ore, successe una cosa strana: decisa a pescare la famigerata canzone, non solo riuscì a registrarne 3 versioni diverse(di cui 2 remix dance davvero pessimi), ma nel navigare da una stazione all'altra e incappando in altre interessanti scelte musicali(una certa Frozen di una certa Madonna tanto per dirne una)diventai presto radio e musica dipendente: grazie Celina, ti devo davvero MOLTO.alcuni reperti archeologici selezionati dalla mia titanica scatola...
Ad aprile, quando tutti intorno a me avevano già visto il film e stavo iniziando a perdere la speranza, accade un miracolo: una telefonata dei nonni che mi chiedevano se volevo andare con loro(UN MIRACOLO!) e riuscii finalmente ad avere il mio biglietto: a quella visione ne sarebbero seguite molte altre prima in cassetta e poi in DVD, ma non dimenticherò mai il senso di vertigine che sentii una volta uscita dalla sala, barcollante fra i sedili quasi frastornata da 3 ore e un quarto di visione di quello che, faccino di Di Caprio a parte, fu un film potentissimo.Due cuori e una zattera: fifteen years later
Oggi la Titanic-mania e la Di Caprio-mania sono un lontano ricordo e Leo e Kate, anche se il primo attende ancora di ricevere una statuetta(avrà pestato i piedi a qualcuno dell'Academy, non c'è altra spiegazione), sono diventati fra i più importanti attori della loro generazione, ma dopo anni di revisioni e alcune riflessioni un po' tristi ma necessarie(per la miseria Rose, sulla zattera c'era posto per DUE, non ti bastava esserti tenuta sia cappotto che salvagente?)a rimanere inciso nella memoria è ben altro.
Kolossal possente e immenso, affresco di una società divisa per comparti che crolla sotto il peso della catastrofe, romantico teatro della più archetipica delle storie d'amore, il film di James Cameron non sembra invecchiato di un giorno: pronta a sposare alla perfezione la sua estrema spettacolarità coi sentimenti più semplici, cristallizzata in schieramenti privi di ambiguità che dividono i personaggi fra bene e male senza troppa esitazione, Titanic è un'opera classica come non se ne fanno più, epopea tragica e gigantesca che la forza del racconto, chiamato a vivere in un ricordo tanto forte da superare il confine fra passato e presente, finisce per rendere immortale.
Ritornare in sala per una pellicola della quale di conosce già ogni battuta potrebbe sembrare inutile e antieconomico, ma se la scelta di Cameron di percorre la via del 3D è il palese tentativo di vincere gli incassi con uno dei suoi più fortunati e redditizi cavalli di battaglia, riuscire godere dell'esperienza immersiva di Titanic ancora una volta sul grande schermo è un'occasione che non va sprecata.
Alle prese con una terza dimensione non nativa spesso contestata in altre sedi, il regista adopera la stereoscopia con moderazione(qualche schizzo d'acqua in più non avrebbe guastato), privilegiando una profondità di campo che alterna l'asfissiante claustrofobia(l'acqua che si insinua furiosa nei corridoi della nave) alla vertigine estrema(nella scena del tentato suicidio di Rose sulla poppa della nave l'oceano non è mai stato così profondo), per restituire al film lo splendore visivo di un'immagine talmente nitida e pulita da lasciarci contare le stelle.
Detrattori o no, non potete negare che coi suoi undici premi Oscar Titanic si sia iscritto di diritto nella storia del cinema: non tutti hanno vissuto il fenomeno all'epoca e non tutti hanno gradito il modo in cui Cameron ha disposto di 3 ore e un quarto del loro tempo, ma se avete amato il film la revisione in sala vi appassionerà come se fosse la prima volta.
Per me, era una questione di principio: mio primo vero incontro consapevole con un cinema tragico e adulto dopo un'infanzia giustamente disneyana, Titanic mi ha fatto sentire per la prima volta il brivido e la vertigine del grande schermo e di questo gli sarò sempre grata.
Ps:1) fino a qualche anno fa piangevo puntualmente a comando alla morte di Jack, l'altro giorno al cinema ho iniziato con largo anticipo, già dalla malinconica melodia che l'orchestra suona prima dell'addio. Anche le lacrime con gli anni maturano e crescono.
2)Sono andata a rivedere il film con la mia famosa sorellina, oggi diciannovenne, che negli anni è diventata una fan devota del film: il tempo può fare miracoli.