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Bagnasco bacchetta Silvio. Non dico quelle di Arcore, che è lontana, ma quelle di Palazzo Grazioli potevi portarle anche da noi.

Creato il 27 settembre 2011 da Slasch16

Bagnasco bacchetta Silvio. Non dico quelle di Arcore, che è lontana, ma quelle di Palazzo Grazioli potevi portarle anche da noi.Dopo un silenzio imbarazzante che dura da mesi e dopo anni di cecità etica e morale da parte dei vescovi e della chiesa tutta in cambio di interessi materiali incassati con una nonchalance leggiadra che guarda più alle cose terrene, imposte, benefici, privilegi, ici e tutto quello che sappiamo sulle stangate delle manovre di governo che hanno tagliato ovunque esclusi i patrimoni milionari e gli interessi della chiesa.
Un esempio per tutti la distruzione ed i tagli della scuola pubblica mentre governo e regioni hanno finanziato come prima e più di prima le scuole private cattoliche.
Oggi le casse sono vuote ed i vescovi, per voce di Bagnasco, hanno scoperto che il bravo cattolico chiede una vita esemplare e moderata, possibilmente senza peccato, e che lo stile di vita del primo ministro, fotografato più volte mentre bacia la mano al Papa con più trasporto di quando bacia la Began, legge sedici cartelle per dire quanto segue: Si rincorrono con mesta sollecitudine racconti che, se comprovati, rilevano stili di vita difficilmente compatibili con il decoro delle istituzioni e della vita pubblica.
Se avessero letto il mio blog, o altri, avrebbero potuto scrivere un libro e pubblicarlo dopo aver fatto le dovute correzioni ai miei errori di grammatica, la sostanza c’è tutta e non ha bisogno di correzioni.
Faccio notare che prima di Bagnasco ha parlato il vescovo di Grosseto che ha contestualizzato il comportamento sessuale del premier che riassumo in sintesi: meglio andare a puttane e con minorenni che essere gay, contro natura.
Dimenticando che il clero, e magari anche la diocesi di G
rosseto, in fatto di contro natura potrebbero aprire un seminario, nel senso di scuola, teorico e pratico.
Il vescovo di Grosseto ha fatto quello che la chiesa fa da sempre, ha contestualizzato il peccato per salvare il peccatore.
Non dimentichiamo che mons. Fisichella è riuscito a contestualizzare persino la bestemmia, assolvendo il peccatore senza nemmeno dare una ave maria, un padre nostro.
Per uno nato in Veneto, il sottoscritto, che ha fatto le vacanza in Toscana per decenni la bestemmia non mi sconvolge più di tanto, il Veneto è tutto un porco Dio e l’alternativa è Dio cane, eppure le chiese erano piene ogni domenica. Ma eravamo negli anni 50, oggi ci vanno solo le nonne che non bestemmiano mai.
In Toscana ogni tre parole ci mettono dentro una Madonna maiala, fa parte dell’intercalare fonico della parola, un rafforzativo del concetto, anche se poi non fanno la coda per andare a messa.
Come vedete tutti siamo capaci di contestualizzare il peccato, io sono ateo e contestualizzo anche le bestemmie della gente comune, mons. Fisichella è un prelato e contestualizza solo quelle dei potenti.
Come avrete capito io non credo a questa manfrina, l’eterna manfrina della chiesa che appoggia, contestualizza, peccatori e dittatori a suo esclusivo interesse.
Quando il Papa quasi santo andò in viaggio nel sud America non disse una parola su Mons. Romero, assassinato da un cecchino mentre diceva messa, difensore dei poveri e delle vittime della dittatura e per questo lontano, anni luce, dalla chiesa del Vaticano.
Questa è la vera chiesa cattolica di Roma, marcia come il potere che finge di condannare e cieca di fronte alla sofferenza del mondo.
Un conto sono le chiacchiere e le adunate, un altro sono i fatti e le posizioni che si prendono contro i regimi di tutti i tipi sul campo.
Questo compito è affidato ad eroi, preti, vescovi, cardinali che si sono sacrificati non solo per i loro fedeli ma per tutti i popoli del mondo.
Quindi io non credo a queste manfrine, basta ed avanza la vergogna del Family Day organizzata tra gli orgasmi dei prelati e vescovi in prima fila ed affidata nell’organizzazione e nella conduzione dal palco a divorziati, puttanieri, pedofili, che hanno parlato a difesa della famiglia cattolica indissolubile.
La vera chiesa è quella che non legge 16 fitte cartelle di condanna etica e morale a scadenze più o meno fisse,  è quella che prega e lotta per la liberazione e la dignità dei suoi fedeli e di tutti i popoli e per primi i non credenti. Non fa calcoli sui tornaconti economici prima di prendere la parola per biasimare porco, pedofilo, ultra settantenne che per stile di vita ha sempre avuto la costante delle puttane. Poi ci ha aggiunto vari reati, cancellati o prescritti dai suoi governi.
Chiarisco che non me la prendo con le prostitute, sono molto meglio come persone del nostro primo ministro, sono ateo e non mi meraviglio di chi fa sesso a pagamento con chiunque ritenga opportuno e disponibile, mi indigna profondamente e oltre ogni sopportazione la doppia morale del vaticano, dei preti, della chiesa cattolica. Tra l’altro ho pure studiato dai salesiani, conosco da vicino l’ambiente falso, ipocrita e dalla doppia morale.
La vera chiesa, il vero clero di Roma, mi riferisco dal Papa in giù, e comprendo tutti quelli del vaticano escludendo migliaia di sacerdoti di periferia che sono veramente un esempio per tutti noi, è descritto in un articolo uscito in occasione del 25° anniversario del martirio di Mons. Romero, per il quale il Papa santo subito non ebbe a dire una parola, preso nella propaganda contro il preservativo per difendersi dall’aids e da figli indesiderati per gente che era alla fame, viveva nella miseria.
Questa è la vera chiesa, quella dei fatti dietro le quinte, non quella dei teatrini della Cei che viole fare la morale senza nessun diritto e nessun esempio.
Non c’era bisogno di leggere 16 cartelle, se Bagnasco avesse detto quello che ho scritto nel titolo del post, sarebbe stato più credibile e coerente con la realtà, i fatti, la connivenza con peccatori e dittatori per esclusivo interesse materiale.

Quando il Papa fece piangere mons. Romero.



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