Sotto la chiusura totale da parte della stampa internazionale continua la rivolta popolare in Bahrain,da qualche giorno la popolazione scende di nuovo in piazza. La repressione mediatica del Regno è riuscita a bloccare twitter uno degli strumenti di comunicazione più veloce. La rivolta dei gelsomini iniziata a febbraio del 2011 che ha avuto il suo culmine il 12 marzo 2011 quando in seguito ad una rivolta sono state uccise un numero imprecisato di persone e fatto circa 200 feriti. Attualmente il Bahrain e retto da un emirato che vede a capo Hamad Ben Issa Al-Khalifa fin dal 1971,dopo la rivolta lo stesso è corso ai ripari decretando lo stato di emergenza nazionale per tre mesi, rassicurato anche, dall’aiuto degli emirati arabi e dell’Arabia Saudita. Il pericolo di crollo della monarchia è reale in quanto la popolazione è a maggioranza sciita ma i regnanti sono Sunniti. Il popolo in rivolta chiede riforme costituzionali e l’immediato allontanamento dello sceicco. Forse nel sistema si innesca anche il contrasto trentennale con il vicino Iran a popolazione sciita. La principale risorsa dell’emirato è il petrolio trovato nel 1932 che però sembra essersi ridotto nella sua riserva negli ultimi anni,la produzione infatti non supera i 40.000 barili al giorno. Dopo la imminente capitolazione della Libia il quadrato delle rivolte si diffonde a macchia d’olio con una sostanziale differenza che in Bahrain non ci sono le bombe degli alleati che aiutino le molteplici morti innocenti.
Di Maurizio Cirignotta----------------------------- Questa ed altre notizie le trovi su www.CorrieredelWeb.it - L'informazione fuori e dentro la Rete. Chiedi l'accredito stampa alla redazione del CorrieredelWeb.it per pubblicare le tue news.