Da qui in poi entreranno in scena personaggi psicologicamente molto ben delineati. Su tutti lo il fantastico Victor un cupo adolescente, orfano di madre, con problemi personali con la passione per gli stop motion animation con Barbie e Ken che ripercorrono la trama. Questi brevi intermezzi, sono fantastici per alzare al massimo la tensione, perché suscitano diverse reazioni. Alcuni li vedono come confessioni dell'assassino, altri come un terapeutico esorcizzare l'efferatezza degli omicidi. Per tutto il film si respira il contrasto tra il biancore dei paesaggi veramente unici e la cupezza dei protagonisti. Lo spettatore, in quei 100.000 ettari di salina, è senza punti di riferimento, mentre la matassa invece di dipanarsi sembra sempre più ingarbugliarsi. Così in quegli enormi spazi aperti si diventa consci che i veri ostacoli da superare, i veri dirupi che inghiottono, sono solo dentro di noi. Nononostante tutta la luce che acceca in questo film, la verità rimane nascosta fino all'ultimo, tanto che il colpevole fino all'ultimo potrebbe essere lo stesso spettatore. I dialoghi sono scarni ma in alcuni passaggi notevoli. Consiglio caldamente la versione originale sottotitolata che è piuttosto intuitiva. La colonna sonora interessante e azzeccata.
Dicevo che è un film che avrebbe tutti i crismi per essere un capolavoro. Gli manca il classico "non so che" per essere perfetto. Dopo un'ottima partenza adrenalinica, pur senza sparatorie o improbabili scene di fantazione la storia rallenta un po' (a mio modesto avviso c'è qualche minuto di troppo nel mezzo), per poi ritrovare lo stesso mood narrativo dell'inizio. Nonostante qualche cliché (perdonabile) nella caratterizzazione dei personaggi e nello svilupparsi della trama, si arriva al finale. Uno dei migliori che ho mai visto.