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Balotelli, Cecile Kyenge e lo ius soli.

Creato il 07 maggio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Cecile Kyenge, la ministra incaricata alle politiche d’integrazione, a pochi giorni dal suo incarico ha già tracciato i binari lungo cui correrà il suo obiettivo: l’abolizione del reato di immigrazione e una legge sullo ius soli.

Il Ministro Kyenge e le polemiche sullo ius soli e Balotelli

Il giuramento del Ministro Kyenge (Foto Presidenza della Repubblica)

Riguardo il primo punto ancora non si è detto molto, ma sull’argomento dello ius soli iniziano a emergere le prime proposte. Sebbene proprio domenica sera, Letta, durante la trasmissione di Fabio Fazio, abbia dichiarato di non poter garantire con sicurezza di portare a termine questi propositi, sebbene stiano a cuore al governo, poiché rischiano di minare la fiducia di alcuni parlamentari del Pdl, la ministra dell’integrazione ha già proposto un nome per il posto da testimonial per lo ius soli; un nome d’eccellenza: Mario Balotelli.

Il calciatore in effetti sembrerebbe il personaggio giusto per sensibilizzare sull’argomento (già sui fogli da diversi anni, ma mai attuato): è giovane, famoso e talentuoso; lotta da sempre contro il razzismo, è amato da gran parte degli italiani ed è il modello di molti ragazzini. Associare il suo volto a una campagna di sensibilizzazione ne aumenterebbe e ringiovanirebbe il target, colpendo molti italiani lontani dal tema.

Ma cos’è lo ius soli? È il diritto di acquisire la cittadinanza del Paese in cui si nasce, indipendentemente dalla nazionalità e della cittadinanza dei genitori. Un esempio: due sposi canadesi si trasferiscono in Italia, dove nasce il loro figlio. Seguendo lo ius soli, quel bambino avrà la cittadinanza italiana. Nessuno Stato europeo fa riferimento allo ius soli, che è invece applicato incondizionatamente in tutta America. In Europa vige, al contrario, lo ius sanguinis, che dà ai nati la cittadinanza dei genitori: il figlio della coppia canadese non può avere, perciò, la cittadinanza italiana fino a quando uno dei due genitori non la acquisisce.

Purtroppo, come viene spesso ricordato, è anacronistico oramai considerare italiano qualcuno per il colore della pelle, o per la storia degli avi. Nella società attuale, che è sempre più cosmopolita, dove il melting pot è un concetto tangibile da chiunque, la cittadinanza dovrebbe fare capo ad altre caratteristiche, proprie ed individuali. Balotelli è nato in Italia, ma ai tempi fece scalpore vederlo nella nazionale di calcio. L’integrazione però, per fortuna, è un processo che procede ed evolve verso orizzonti sempre più ampi; ed è in questa prospettiva che la Kyenge ha intenzione di presentare il disegno di legge sullo ius soli fra pochissimi giorni. Sperando che almeno questa volta sia quella buona, che il progetto non rimanga tale ma, finalmente, venga attuato.

Articolo di Miriam Barone.


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