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Bambine plagiate,bambole diaboliche e I Simpson: anche i cartoni parlano di sessismo

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Chi non conosce la famiglia più gialla d’America che da anni invade le nostre case con la sua ironia e simpatia?

I Simpson , creati dal fumettista Matt  Groening , rappresentano una parodia satirica della società e dello stile di vita statunitensi. La serie tratta in chiave umoristica molti aspetti della condizione umana, come la cultura, la società e in generale la stessa televisione.

Bambine plagiate,bambole diaboliche e I Simpson: anche i cartoni parlano di sessismo.

Qualche giorno fa, su fox, ho visto un episodio che ha fatto salire su un piedistallo questi omini gialli : “Lisa contro Malibu Stacy”(ep.14, quinta stagione).

Ecco la trama (presa pari pari da wikipedia):

Lisa compra la prima Malibu Stacy parlante, ma sente subito frasi molto sessiste uscire dalla bambola, del genere “Non prendertela con me, sono soltanto una femminuccia”. Va a protestare alla fabbrica, ma viene quasi subito cacciata via. Successivamente chiede aiuto al più grande collezionista mondiale di Malibù Stacy nel mondo, Waylon Smithers, per contattare la creatrice della bambola e convincerla a crearne una nuova. Lisa scopre così che la creatrice di Malibu Stacy, Stacy Lovell, è fuori dalla direzione della sua azienda da almeno 30 anni. Insieme creano una bambola con “la saggezza di Hillary Clinton”, che viene chiamata Lisa cuordileone. La bambola viene messa in commercio, ma l’azienda produttrice di Malibu Stacy ne fabbrica una uguale a quella precedente con un cappellino, e così Lisa cuordileone viene subito dimenticata. Solo una bambina la prende, e tirando la cordicella sente la voce di Lisa che dice “Credi in te stessa e otterrai quello che vuoi”. Lisa è soddisfatta perché comunque ha fatto breccia nel cuore di una bambina.

Chi non trova terribilmente realistico questo episodio?

Sin da quando siamo piccole il giocattolo delle bambine per antonomasia è la Barbie, la perfettissima bambola di plastica, chi non ne ha mai avuto una?

Quanti sono i messaggi deleteri che questo perfetto giocattolo di plastica infligge nelle teste delle bambine da decenni?

Inculcare nelle menti il mito della perfezione e l’esaltazione della bellezza, tralasciando qualunque altra caratteristica che abbia a che vedere con un qualcosa che riguardi l’essere. Per non parlare delle bambole moderne le quali vanno ancora di più a marcare questi miti, basti pensare alle Bratz o alle Winx :bambole per bambine truccatissime con vestiti succinti ma soprattutto magrissime se non scheletriche, che rappresentano la donna come una vamp modaiola a volte svampita.

Bambine plagiate,bambole diaboliche e I Simpson: anche i cartoni parlano di sessismo.

Credo che alcune delle odierne bambole siano state create per far crescere le bambine con le caratteristiche che andranno a formare l’oggetto sessuale perfetto, basti pensare alla biancheria intima oggi proposta alle ragazzine: sexy lingerie promossa da bambine estremamente sessualizzate.

Bambine plagiate,bambole diaboliche e I Simpson: anche i cartoni parlano di sessismo.

A tale riguardo vorrei proporvi degli estratti di un libro trovato su internet della Prof. A. Oliverio Ferraris -Ordinario di Psicologia dello Sviluppo presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Roma Sapienza- dal titolo “La sindrome di Lolita”:

 La bambola classica degli anni Quaranta e Cinquanta era una bambina di due o tre anni, spesso un neonato, che aveva la doppia funzione di intrattenere e insieme avviare le bambine al mestiere di madre. Il bambolotto veniva vestito, svestito, cullato, allattato, imboccato, sgridato, baciato, aveva la sua carrozzina e il biberon. Gli abiti erano quelli dei bimbi piccoli. Negli anni Sessanta e Settanta compare la Barbie , una giovane donna, amante dell’eleganza, dei viaggi e dello sport, non più legata ai ruoli domestici tradizionali e accompagnata da Ken, il fidanzato. Barbie ha un enorme guardaroba e molti accessori per la sua toilette personale. Sebbene non sia un tipo materno, Barbie può avere dei figli; si tratta però di bambolottini di dimensioni molto ridotte che certamente non possono essere abbracciati e cullati. Una bambina che gioca con una bambola tradizionale e una che si intrattiene con la Barbie giocano in modi differenti. La prima si cala nel ruolo di mamma e si affeziona al bambolotto. La seconda si identifica con un suo alter ego «grande» e sviluppa delle aspirazioni per sé. La Barbie ha oggi una temibile concorrente nelle Bratz, che hanno fatto la loro irruzione sul mercato nel 2001. Le Bratz propongono un modello marcatamente diverso non solo dalle bambole tradizionali ma anche dalla Barbie: non trascorrono più il tempo in piscina, in viaggio e con gli amici, ma a preoccuparsi del proprio look e a fare shopping, uno shopping estremo che avvia le bambine alla carriera di consumatrici.”

Penso che sia quest’ ultimo modello quello che si sta cercando di costruire, sempre nel libro si parla di come la donna deve essere sexy e priva di difetti e come anche le bambine vengano buttate dentro questo vortice in quanto vengono loro offerte delle bambole iper femminili e iper sexy, la chiama “Sindrome di Lolita” e la identifica come una specie di impulso in cui le bambine “imparano a truccarsi a cinque-sei anni, ad atteggiarsi a vamp a sette-otto, a fare shopping a otto-nove. Sostenute spesso in questi «gusti» dalle madri, che prendono a modello le star e le loro figlie, testimonial bambine di importanti case di moda.

Modello proposto anche dalla Malibu Stacy di Lisa che tramite le sue frasi sessiste farà esplodere in lei la rabbia:

“vorrei tanto che a scuola si insegnasse lo shopping”

“prepariamo dei biscotti per i maschietti”

“non chiederlo a me io sono solo una femminuccia”

nascerà un profondo disappunto manifestato dalle seguenti parole:

“Milioni di ragazze cresceranno pensando che non potranno mai essere altro che delle stupide oche il cui unico scopo è essere graziose adescare un marito ricco e stare sempre al telefono con le loro amiche oche a parlare di quanto è bello essere graziose e avere un marito ricco” .

Bambine plagiate,bambole diaboliche e I Simpson: anche i cartoni parlano di sessismo.

Quanta verità è nascosta nelle parole di Lisa? Se ben ci pensiamo questi sono anche alcuni dei tanti messaggi lesivi che la tv, le pubblicità, i prodotti ecce cc  ci propongono quotidianamente tramite un potentissimo bombardamento mediatico.

La donna viene vista come l’angelo del focolare, come il sesso debole, come l’oggetto sessuale, come l’ornamento di un programma tv, come la casalinga perfetta, come la sbadata che pensa solo al look, la donna deve fare di tutto per essere bella e perfetta e dare sfoggio di ciò se vuole dei riconoscimenti in qualunque ambito, possiede dei ruoli che le sono stati affibbiati dalla società maschilista ricolma di stereotipi in cui viviamo. Tutte queste cose le troviamo anche nei giocattoli per bambine, che andranno a formare delle convinzioni e degli stereotipi che con gli anni saranno difficili da debellare. 

APPARIRE,APPARIRE E APPARIRE!  

Una sorta di religione che caratterizza i nostri giorni e la nostra Italia, tristemente al 74° posto nella classifica mondiale sulla parità tra uomo e donna (non mi stancherò mai di ripeterlo!).

 Concludo con una frase presa dal noto telefilm “Grey’s Anatomy” che trovo molto pertinente alla descrizione delle bambole attuali:

 ”Sono bambole sessiste e diaboliche che creano falsi miti facendo leva sulle inclinazioni pornografiche dei maschi“. 

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