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Bambini, croce o delizia?

Creato il 19 dicembre 2011 da Dragor

“Per una donna su due, il momento più felice della sua vita è la nascita del suo bambino. Per una donna su quattro,il momento più felice della giornata è quando il bambino dorme e può finalmente starsene in pace con suo marito” (inchiesta Lindsor su 7579 donne).

Per quanto mi riguarda, la nascita di mia figlia non è stato un momento particolarmente felice, forse perché non sono una donna. Notando la mia faccia da funerale, il dottor Sussmann che mi aveva appena annunciato “lei è padre di una meravigliosa bambina”, ha aggiunto “coraggio, c’è di peggio della vita.” Commosso dalla sua comprensione, per poco non gli ho pianto sulla spalla. Ma è vero, di solito le donne sono felicissime di avere un figlio. Specialmente qui in Rwanda, appena il loro apparato genitale comincia a funzionare, lo collaudano scodellando un bel marmocchio. Il padre è soltanto un accessorio che serve a fecondare e poi viene virtualmente gettato nella spazzatura. Ma una volta scodellato il marmocchio ed esultato per l’evento, credete che se occupino? Nemmeno per sogno, dal giorno del parto la loro preoccupazione principale diventa quella di sbolognarlo a qualcuno. Se hanno i soldi si pagano l’ajah, altrimenti lo danno alla madre, alla nonna, a un’amica, a chiunque pur di non occuparsene.

Mia cognata Immaculée non fa eccezione. Ha già messo al mondo 2 bambine che sono state allevate dall’ajah e dalla nonna. Adesso, con la collaborazione di non si sa bene chi, ha sfornato un marmocchio nato 15 giorni fa e la storia si ripete: lei esce a divertirsi, noialtri ci occupiamo del pargolo che naturalmente è a mio carico. “Visto che devo mantenerlo io, potevi almeno chiedermi il permesso”, le ho detto. “Ma non l’ho fatto apposta, mi è scappato…”

Dragor


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