Ricengo (provincia di Cremona) – L’11 novembre la suprema corte ha dato in adozione, Tommaso, 3 anni, nato in Ucraina da una madre surrogata, che si era resa disponibile a portare avanti la gravidanza per una coppia di 50enni bresciani.
Marito e moglie non potevano avere figli; a lei era stato asportato l’utero e lui era affetto da oligospermia. Dopo che era stata respinta la loro terza richiesta di adozione in Italia, i due si sono recati in Ucraina e hanno deciso di ricorrere alla maternità surrogata, presso la clinica Biotexam di Kiev. Dopo il parto la madre surrogata non ha voluto che il suo nome risultasse sul certificato di nascita del bambino, che viene registrato in Ucraina come figlio legittimo della coppia italiana. Al loro rientro in Italia, vengono scoperti e denunciati per frode anagrafica.
La nostra legge, non riconosce la pratica della fecondazione extracorporea e la legge Ucraina prevede che almeno il 50% del patrimonio genetico appartenga alla coppia “committente” e che gli ovociti non siano della gestante; perciò Tommaso viene considerato figlio “di nessuno” e quindi adottabile.
I giudici con la sentenza numero 24.001 -presidente Gabriella Luccioli e relatore Carlo de Chiara – hanno riconosciuto che sebbene il consiglio d’Europa lascia i paesi membri abbastanza liberi su questo tema, per l’ordinamento italiano, la madre è colei che partorisce e la maternità surrogata contiene un espresso divieto, rafforzato da sanzione penale.
Così dopo un anno e mezzo dallo scatto della denuncia, il tribunale dei minori di Brescia ha messo il figlio in adozione, la sentenza è stata confermata dalla corte di appello e da quella di cassazione.
La procura generale di cassazione, invece -rappresentata da Francesca Cerioni- ha chiesto la revoca dello stato di adottabilità, ma la richiesta è stata respinta.
Ogni anno decine di coppie alla ricerca di un “utero in affitto”, partono nelle seguenti mete: Stati Uniti, Canada, Russia, Georgia, Ucraina, Armenia, India, Sud Africa e Creta, arrivando a spendere dai 25 ai 120 mila euro e consapevoli di infrangere la legge. Infatti, le mamme in affitto sono legali solo in Gran Bretagna, Grecia, Paesi Bassi, Romania, Stati Uniti e California.
Anche alcuni vip hanno ricorso a questo sistema, per soddisfare il loro bisogno di genitorialità, Robert de Niro, Dennis Quaid, Ricky Martin e Sarah Parcker, la protagonista della serie “sex and the city”.
di Sabrina Fatima El Masry