Esistono libri nati per accompagnarti ad un confine, impegnati a condurre il lettore durante la loro scoperta a camminare lungo un filo impercettibile, in equilibrio tra l’inquietudine e la curiosità: quella maledetta inquietudine e quella maledetta curiosità.
Quell’inquietudine che ti si scatena leggera nello sterno, quasi in sottofondo, per quella sequenza di immagini che inconsciamente si realizza nella tua mente, senza che tu possa farci niente, prigioniero del racconto con cui qualcuno, divertendosi, ha deciso di fregarti, rovinarti, regalandoti la sensazione di un brutto presentimento ed una storia dalla cui fine non puoi sottrarti.
E quella curiosità morbosa che ti costringe a non distogliere lo sguardo dalle loro righe, le parole che ti impediscono di spostarti, che non ti consentono di avere una scelta per la condizione in cui dovrai svegliarti il giorno dopo.
“Bamboccioni Voodoo” vuole essere tra questi.
Scritto da Marco Candida il romanzo si sviluppa in quattordici racconti, tutti sulla soglia di un paradossale che gioca a fare il comico a tratti, e del più sottile noir capace, quando meno te lo aspetti, di prenderti in ostaggio il fiato.
E la storia del suo autore è al limite dell’inverosimile anch’essa, esattamente come quella dei suoi personaggi, esattamente come quella di tanti giovani talenti in Italia: Marco Candida comincia a pubblicare nella nostra amata nazione con piccole case editrici, e, quasi per un bizzarro gioco dell’eco, viene scoperto all’estero, in America.
Nel 2007 pubblica il suo primo libro “La mania per l’alfabeto”, seguito da “Il diario dei sogni” e da “Domani avrò trent’anni”.
E’ stato incluso nelle antologie “Effetto globale” di Marina Bastianello e Giulio Mozzi, “Dizionario affettivo della lingua italiana” a cura di Matteo Bianchi e Giorgio Vasta, e in “Narrativa d’oggidì” di Andrea Temporelli.
Nel 2010 viene chiamato, unico rappresentante italiano, a curare un’antologia della narrativa europea, il Best European Fiction, insieme a firme del calibro di Ingo Schulze e Hilary Mantel.
“Bamboccioni voodoo” è il suo ultimo lavoro, pubblicato per Historica Edizioni.
Come preannunciato dal titolo il romanzo realizza un esperimento curioso e accattivante: lo sposalizio tra la grande piaga della nostra generazione “l’essere bamboccioni”, e il mistero, la magia nera, il thriller.
Anche se in realtà il titolo del testo trae spunto da un unico episodio contenuto all’interno dello stesso, i richiami a questo connubio sono costanti, e con facilità è possibile individuarli in quasi tutte le puntate proposte.
Raccontate dai personaggi, percepibili dai loro caratteri, l’insicurezza e la precarietà della nostra situazione sociale sono tangibili nelle pagine del racconto, che, allo stesso tempo riesce a mescolarvi assieme il giallo acre e scuro del genere noir, quasi a divertire e spaventare.
Lo scrittore realizza un mosaico particolare, intarsiato da pezzi differenti tra loro ma tutti legati da uno stile peculiare, racconti che a volte riescono ad addossare al lettore un forte senso di angoscia, come accade con “The mist” la storia di una madre che cerca di scoprire il senso del suicidio del proprio bambino, o con “Deb” scrittrice molto particolare.
E storie che a tratti invece riescono a farti sorridere come “Un abbraccio a Stephen King” e “Disco volante Michael Jackson”, o spesso entrambe le cose come in “Decoder Sky” dove una giovane coppia, dopo la vita, si trova a scoprire il vero significato dell’accezione “un corpo e un’anima”.
Ma lo scrittore non si limita a questo, e con la sua penna graffia sul vetro, ipnotico e pungente, e riesce quasi con leggerezza a scavare in fondo, prospettandoci futuri paradossali con “Y=1285/X” ,”L’uomo delle cartoline” e, naturalmente, con “Bamboccioni voodoo”, rivalsa spietata e sanguinosa di un padre su un figlio troppo (s)fortunato.
Marco Candida firma una raccolta affascinante e curiosa (forse dai toni simili a “Fango” di Niccolò Ammaniti) capace di stuzzicare dalla prima riga, per fascino e originalità.
Se amate questo genere, è un romanzo da non perdere.