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Banalizzazione della violenza sulle donne

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Banalizzazione della violenza sulle donne
Nel nostro amato Paese, ogni giorno i pubblicitari si spingono sempre più oltre fino ad arrivare a vere e proprie forma di comunicazione che banalizzano fenomeni che nel nostro Paese raggiungono numeri agghiaccianti.

Non solo non si fa nulla per senbilizzare sul fenomeno ma si lascia che alcune aziende strumentalzzino creando vere e proprie campagne che rappresentano un offesa verso chi subisce queste violenze.

Assomiglia ad uno di quei gruppi che i nostri amici maschilisti diffondono su Facebook per banalizzare e screditare chi si impegna cotnro la violenza sulle donne e per umiliare le vittime, mentre stavolta non si tratta di un fake ma di una vera e propria pubblicità diffusa da un’azienda di lavastoviglie rivolta ovviamente alle consumatrici con tanto di claim “Stop alla violenza sulle stoviglie“.

La pubblicità è agghiacciante perchè siamo di fronte alla banalizzazione della violenza domestica che tante donne subiscono tra le mura di casa e propone l’equazione tra donna e stoviglia, giusto per stare in tema con le tante pubblicità commerciali che associano la donna sempre ad un oggetto.

Il panorama pubblicitario italiano anzichè migliorare è sempre più sessista, parte con l’umiliazione delle donne fino ad arrivare ad una vera umiliazione delle vittime di violenza fisica, psicologica e sessuale. Questi pubblicitari (mi stupisce anche che dietro questa “creatività” ci siano anche alcune donne) hanno un’idea che nelò nstro Paese da gennaio ad oggi sono state ammazzate 50 donne? e al numero di donne e bambine picchiate e stuprate?

Non hanno idea che è già difficile per le donne denunciare perchè non ci sono mezzi, perchè non ottieni quasi mai giustizia perchè passi per colpevole e ti esponi a gente ignorante che minimizza e loro contribuiscono molto a formare questa opinione, dal momento che presentano la violenza sulle donne come un fenomeno che fa sorridere sui cui ridere. Ehi sì ridiamo, intanto sono morte già 50 donne (e siamo solo ad aprile) e ne sono state stuprate così tante che abbiamo perso il conto.

L’azienda che ha commissionato la pubblicità ha in mente di tutto ciò?

Dunque, chiediamo all’azienda che non vogliamo vedere questo spot nelle nostre strade, nei giornali (magari accanto ad una notizia che riguarda la violenza sulle donne), nelle riviste femminili (che dovrebbero invece sensibilizzare sui temi della violenza sulle donne e aiutare le vittime a denunciare) e contattiamo le associazioni affinchè questo scempio venga ritirato.

Non si può fare ironia su un fenomeno che in italia rappresenta una vera e propria mattanza!

Mary

Link esterni: ne parla anche Giovanna Cosenza QUI


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