Bananità. Un link su facebook, una foto gialla ed ecco immediatamente catturata la mia attenzione (lo so, sono folle, ma ognuno ha le sue debolezze…a me, come ormai dovreste aver capito, cose gialle, cose pop e banane mi fanno lo stesso effetto di “tutto ciò che luccica” ad una gazza ladra). E’ poi bastato un click per capire che colei di cui stavo leggendo l’intervista e di cui stavo guardando le foto era un’altra folle amante del frutto giallo. Caso. O coincidenza. Poco importa. Alla stregua della peggio stalker mi sono tuffata nel mondo bananoso di Annagina Totaro, chiedendole immediatamente l’amicizia. “Che bello ritrovarsi tra psicopatiche“. E’ stata la sua risposta. Forse ha ragione, in ogni caso è sempre bello ritrovarsi tra persone che hanno passioni in comune non così comuni che trasformano poi in progetti lavorativi che sono poi filosofie di vita. Disponibilissima, si è prestata alle mie domande. Non potevo non parlare di lei, io che ho fatto di una banana volante il mio logo e di “i hate bananas” il nome del mio blog. Ecco le quattro chiacchiere tra “banana addicted”…
M: Il nome vero non te lo chiedo, perchè ho letto che non lo svelerai mai (Annagina Totato è il suo nome d’arte) almeno di dove sei, quanti anni hai, che “lavoro” fai, me lo puoi dire? Così, giusto per dovere di cronaca ;)
A: Diversamente Foggiana ma vivo a Pescara, ventottenne quasi e il mio alibi è la grafica pubblicitaria.
M: Quando è scoppiato l’amore per le banane? E soprattutto, come mai?
A: Cominciamo da qui: Bananità è la mia scelta. Ho deciso di vivere secondo questa filosofia. Arriva quel momento della tua vita in cui non esistono più grigi, ma solo bianchi e neri. È una cosa fantastica: il momento in cui viene fuori il meglio di una persona. Bananità elimina i paletti, ti dice: “continui ancora a complicarti la vita? Tranquillizzati. Mangia una banana e vedrai che ti passa tutto”. Bananità si concentra molto sull’autoironia e su quanto sia facile capovolgere concetti tanto nascosti e poco esposti. Lo stereotipo, il luogo comune, l’ambiguità, la provocazione, il sesso, sono racchiuse in questo frutto che nessuno vede come tale. Arrivo da un paese di dieci persone, sette cani e settantadue gatti. Considerato questo, tutto parte dalla repressione: comincia tutto da lì. Hai dentro miliardi di cose che non riesci a tirare fuori per via delle critiche, dei pregiudizi. Poi ti fermi, rifletti e pensi: la critica c’è comunque, sempre…ti criticheranno sempre, per una calza smagliata, perché vai in giro ubriaca con 7 ragazzi. A questo punto…perché dovresti rimanere nel riccio (tanto qualcosa la diranno lo stesso): esci e materializza tutto in una banana!
M: Bananità: un progetto fotografico composto da banane e…?
A: Bananità è un progetto che oltre ad essere pieno zeppo di banane vive di quotidianeità tant’è che io non lo definirei un progetto ma un vero e proprio modus vivendi, in quanto la mia vita è cosi, alla completa ricerca delle cose che mi fanno stare bene. Bananità ne è quella parte che si può vedere con gli occhi. Comunque per ritornare alle banane, oltre a loro un sacco di fantasia , oggetti strani e pensieri che mi passano per la testa. Taaaccc foto.
M: In quanti ti fanno battute poco felici per questa tua “passione”? Ti ricordi la più idiota?
A: Hai toccato il tasto “banale” di tutta la storia (hehehehehhe)! Bhe effettivamente è una battuta continua Bananità, ma questa cosa non mi provoca sentimenti negativi, anzi. Bananità è appunto un magnete delle banalità, d’altronde a tratti mi sembra anche normale che una “cosa oblunga” dia sfogo a certe battute. Per quanto riguarda la battuta più idiota, una volta un ragazzo (ovviamente) mi disse: “Non è che ti viene la nausea con tutte queste banane e mi diventi lesbica?” – “No, perchè poi mi dispiacerebbe.” ( tristissima)
M: Solo banane vere o anche stupidi gadget?
A: Banane finte, vere,gialle, rosse, blu, oggetti gialli, oggetti curiosi, vernici, stoffe, qualsiasi cosa che in quel momento la mente mi chiede.
M: Se dici “banana” scattano subito doppi sensi. Se ti dico “banana” cosa ti viene in mente a te?
A: Se dico banana mi scappa da ridere. Ha un suono divertente questa parola. (ed io sono completamente d’accordo, M)!
M: “Solo cose gialle”: banane a parte, quali sono le altre “cose gialle” che ti attirano?
A: Bruce Lee lo trovo molto divertente. ;) p.s io stimo il mio collega Luca.
M: Ora le banane sono parecchio “fashion“. Secondo me lo sono sempre state. Secondo te?
A: Non sono mai stata una modaiola. Quando avevo 14 anni nella mia scuola ricordo andava di moda tingersi i capelli di blu e il punk. Io andavo in giro con dei maglioni infeltriti tristissimi e i capelli di un castano banalissimo. Ora a quasi ventottanni seguo le cose che mi piacciono, che siano trendy o meno. Le banane sono graficamente belle, hanno una forma insolita, sono cromaticamente attraenti. (come me!) bhahauhauhauhauah
M: Hai altri progetti “bananosi” per il futuro?
A: Nel futuro oblungo ci sono un sacco di progetti in ballo ma essendo una sfigata, meglio tenere la bocca chiusa. Sul mio tumblr (www.yellogina.tumblr.com) o sulla mia pagina fb “Bananità” potete aggiornarvi a riguardo.
Stay bananas!!! ;)
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