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Banana Yoshimoto - Kitchen " キッチン "

Creato il 07 gennaio 2015 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1
  Quando ci si trova in libreria, e si è sul punto di prendere un libro, pronti, decisi ad allungare la mano fino a raggiungere lo scaffale che ai nostri occhi appare come il più grande, il più bello, accade qualcosa di sorprendente. In teoria i fenomeni riscontrabili durante quei minuti decisivi, non possono essere selezionati e studiati a dovere, ritengo impossibile la cosa. Perché si verifica una serie infinita di coincidenze oppure semplicemente (si fa per dire), capita che tu vai in libreria con le idee ben chiare ma questo non basta a fare di te un campione affidabile per la disperata ricerca in fatto di gusti e decisioni del lettore poco più che medio, perché al 99% dei casi tu, uscirai con tutt'altro libro in mano.  Prendere un libro di Banana Yoshimoto ad esempio può significare due cose, che la si conosce fin troppo bene e dunque si torna su quello scaffale, oppure che è giunto il momento di scoprire questa scrittrice, fenomeno letterario non solo in Giappone. Ci pensate a cosa significhi scrivere sette libri in due anni? Un pensiero su cui mi interrogo da giorni in realtà, ed è impensabile per un comune mortale come me, realizzare l'idea di scrivere e vedersi pubblicare nel giro di soli due anni ben sette romanzi. Probabilmente chi divora fumetti e manga, ha già un'idea piuttosto chiara dello stile della Yoshimoto. Oppure diciamo che è più naturalmente predisposto alle sue storie, alla maniera che ha lei di raccontarle, non curando affatto - o talmente poco da non darlo a vedere - la verosimiglianza e la logica a beneficio di un risultato finale che probabilmente torna sempre identico, nonostante sembianze differenti. E questo non è un limite. Ancora non posso dirlo con certezza, Kitchen è il mio primo libro preso da quello scaffale, con lui la Yoshimoto esordì nel mondo letterario, con lui io arricchisco la mia conoscenza e la mia sete. Kitchen stava sullo scaffale insieme ad altri della Universale Economica Feltrinelli (adoro le loro stampe, tanto da avergli riservato un ampio e luminoso angolo di libreria in casa) e senza girarci attorno o guardare altrove, l'ho preso. Sapete no? Il momento giusto quando arriva, arriva e basta, non è che ti dia modo di ragionarci su o metabolizzare. Certo a freddo poi ti fai qualche domanda, inevitabilmente le risposte le trovi tra quelle pagine fatte di carta immacolata, che sembrano essere state stampate per te. Per te soltanto.Assieme al profumo di carta e di stampa, assieme ai colori di una copertina che ti piace, ti piace da morire, inizi ad essere sopraffatta da un miliardo di odori provenienti da una parte del mondo a te lontana, e cominci a viaggiare senza farti notare da chi ti sta attorno, perché a te importa solo raggiungere quei cieli che alternano nebbia e sole, buio e luce, con la stessa delicatezza dei gesti di un bambino quando scopre il mondo. Ed è così che la Yoshimoto alterna la felicità e il dolore, lo fa con una naturalezza tale da risultare forse infantile, ma ciò che ne viene fuori è terapeutico e indispensabile, bello da non poter essere altrimenti. Di questa autrice si ama già la scelta dello pseudonimo, e potrebbe sembrare una considerazione banale, ma è così. Quando pronunci il suo nome per intero, la bocca emette un suono di cui già sei innamorato. Qualcuno può provare il contrario?E poi c'è la cucina...e nella mia testa tutto è in fermento, sento l'odore e il rumore delle pentole vuote o piene, e vedo tè fumanti davanti alla solitudine di due giovani innamorati, vedo ramen e piatti di tenpura di ogni genere. Vedo la felicità scoppiare all'improvviso davanti a quei piatti ricchi, e so bene cosa vuol dire mangiare insieme a qualcuno e sentire tutto più buono. Vedo futon stesi su pavimenti illuminati dal sole e con la mente torno ai tempi in cui guardavo i cartoni animati e mi chiedevo quali strani letti avessero loro, messi semplicemente a terra. E che strana maniera di stare seduti accanto al tè o ai piatti della cena. Ricordo che la mia curiosità impazziva quando Sailor Moon mangiava quei triangolini di riso belli pieni con una "strana cosa nera" ad avvolgerli. Solo oggi ho placato quell'impeto di curiosità frenetica. Adoro gli Onigiri! Tutto questo per dire che, la Yoshimoto ha un dono prezioso. Quello di portare il lettore ad assaporare gusti e atmosfere tipiche del Giappone. Non solo, riesce a farti toccare gli stati d'animo dei personaggi, quasi sempre giovani rimasti soli e colpiti duramente dalla vita, e ti accompagna fino alla fine, con grazia e un briciolo di fiabesca immaginazione. Per abbattere definitivamente i limiti che ancora oggi dividono gli uomini, è forse necessario guardare il mondo come fa un bambino. Perché se una donna è bella, lo è a prescindere. Anche se qualcuno un giorno dovesse svelarci il contrario. L'identità sessuale non può e non deve condizionare i sentimenti.Un concetto enorme, oppure la cosa più naturale del mondo. "Sembrava una cosa straordinaria e allo stesso tempo una cosa da niente. Un prodigio, ma anche la cosa più naturale del mondo. Conservo in me una sensazione indefinibile, che le parole potrebbero dissolvere. C'è ancora tanta strada. Forse nel susseguirsi delle notti e dei risvegli che verranno, uno dopo l'altro, anche questo momento diventerà un sogno".

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