In un romanzo di fantasia (magari di Stefano Benni) l’Italia odierna farebbe un figurone stellare. Il lettore riderebbe a crepapelle e, a ogni riga, si domanderebbe come sia possibile che esista un paese così bestiale, nel senso di ridicolo e raffazzonato. Il nostro Stefano Benni guadagnerebbe vagonate di euro, e senza neanche troppo sforzo, perché per scrivere il romanzo dovrebbe solo aprire il giornale (uno qualsiasi) o connettersi a internet e riportare nella sua opera la pura verità: l’Italia di oggi.
È di queste ore la notizia secondo la quale il nostro paese (e qui inizio la carrellata) è stato multato dal Tribunale per i diritti dell’Uomo perché ha ‘osato’ respingere dei migranti clandestini. Siccome ormai non siamo più padroni dei nostri confini, ecco che arrivano dei giudici, buonisti con il culo degli altri (il nostro), a dirci che abbiamo sbagliato a non stendere il tappetto rosso e magari a non dare a chi entra clandestinamente nel nostro paese il premio per il miglior clandestino dell’anno. Ergo, avremmo dovuto — secondo questi guru del diritto internazionale — tenerceli in casa, sfamarli, dargli un lavoro e chissà cos’altro perché così vuole il buonismo e la legge internazionale.
Va beh, giusta o sbagliata che sia, è la stessa legge che proprio in questi giorni è allegramente calpestata dall’India, che ha accusato i nostri marò di aver ucciso due inermi pescatori, scambiandoli per dei pirati nelle loro acque nazionali (!). Peccato che in questo caso, nessuno abbia mosso un dito in difesa dei nostri militari. Dov’è Bruxelles? Dov’è Parigi? Dov’è Berlino? Dov’è l’Europa, quella che ci rompe i santissimi coglioni un giorno sì e l’altro pure con la storia del deficit, del debito pubblico, degli immigrati clandestini e delle pulci che pizzicano la pelle (e la coscienza) dei fans dell’europeismo dei banchieri? Dov’è tutta questa gentaglia quando l’Italia è in difficoltà?
Ovviamente a farsi i cazzi suoi, perché a chi volete che freghi di due sfigati della Marina Militare Italiana? Del resto, anche il nostro Governo tecnico e i nostri politici — a parte qualche dichiarazione di circostanza — si fanno i cazzi loro e con lauti guadagni a vedere e leggere le impressionanti dichiarazioni dei redditi di lor signori della burocrazia e delle istituzioni; redditi che fanno veramente capire quanto l’ingiustizia e la disparità sociale sia ben lungi dall’essere sconfitte dal benessere. Non esiste benessere quando ci sono pensionati che prendono 500 euro al mese e dirigenti pubblici e politicanti che li prendono al giorno (se non all’ora). Peraltro, fossero redditi derivanti da attività privata, poco male. Il fatto è che questi stipendi milionari sono pagati dallo Stato; sono soldi pubblici e vanno ben oltre le assunte responsabilità di chi li percepisce.
Ma andiamo oltre. Capitolo giustizia. Già! Il maledetto Berlusca è stato fregato dalla Corte d’Appello di Milano che ha respinto la ricusazione del collegio del tribunale che fra qualche giorno emetterà la sentenza per il processo Mills. Se avessi più palle (e soldi) probabilmente mi rivolgerei a un broker inglese e scommetterei sulla condanna dell’ex premier, con la sicurezza matematica di vincere la scommessa (guadagnerei forse qualche spicciolo, perché i matti che scommetterebbero contro si conterebbero sulle dita). È ovvio infatti (ed è più vero del sole che sorge al mattino) che Berlusconi sarà condannato. La sua prima vera condanna, che non avrà effetti giuridici, ma che avrà comunque il suo dannato effetto politico. Perché dal giorno dopo la sentenza, i detrattori del Cavaliere (da Repubblica, fino all’ultimo sinistro livoroso) potranno finalmente dire che il ‘nano’ è stato condannato per un reato. Finalmente potranno dirlo a squarciagola senza nessun problema. Il che è un vero peccato, nel senso che questi luminari dell’intellighenzia di sinistra non arriveranno mai, con i loro superneuroni, a domandarsi il perché lo hanno processato se poi alla fine l’esito non servirà a nulla. A chi è stato utile spendere tutti questi soldi pubblici (i nostri) se poi il risultato varrà meno della carta igienica usata?
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Beh, ovviamente la risposta è lampante, ma ci vuole una mente più aperta e meno ottusa per afferrarla. Quel che è certo è che è proprio a causa delle menti ottuse che alla fine ci ritroviamo con un Governo che non è eletto da nessuno e che ci sta facendo il culo più grande del colosseo. A forza di chiedere a Berlusconi di dimettersi, si sono ritrovati (ci siamo ritrovati) uno bancomat permanentemente aperto a Palazzo Chigi. Solo che i clienti sono i grandi capitalisti della finanza speculativa, mentre i soldi sono dei polli da spennare che siamo noi, tramite i balzelli e le tasse.
Ah, ma ci possiamo consolare con l’idea che se la Gelmini ha detto una cazzata con la storia del tunnel sotto gli Appennini, non è rimasta in cattiva compagnia, visto che il Ministero dell’Istruzione, in questi giorni, ha scambiato la posizione del Doggy Style (letteralmente: posizione alla pecorina) per la traduzione inglese di ‘pecorino’. E in fin dei conti, errore per errore, la grande scoperta che ha originato la figuraccia gelminiana alla fine si è rivelata figuraccia essa stessa: i neutrini non sono più veloci della luce, ma l’ottusità e il pressapochismo italiani sì.
Ridiamoci su e facciamo finta che questa nostra Repubblica delle Banane sia stata tratteggiata dall’humor no-sense di un magnifico Stefano Benni. Forse è meglio ed evitiamo di vedere in faccia la verità: quella che ci urla che come nazione non valiamo mezzo euro bucato… falso.
di Martino © 2012 Il Jester