

Dall'inizio del 2011 la Consob ha smesso di chiedere alle banche l'analisi degli scenari di probabilità nei prospetti. Le Associazioni dei consumatori riprendono uno studio, apparso sull'ultimo numero dell'Espresso, effettuato sulla base di 5 prospetti di collocamento dal Prof. Riccardo Cesari dell'Università di Bologna: da esso risulta che i costi dichiarati nei prospetti di emissione sono di gran lunga inferiori a quelli effettivi e che le percentuali di probabilità di rendimento negativo dei titoli sono molto alte.
"Ora che gli istituti bancari hanno ottenuto dal Governo di Mario Monti la garanzia per i prestiti obbligazionari, almeno a certe condizioni - scrivono Federconsumatori e Adusbef in una nota – è di tutta evidenza che la Consob dovrà emanare raccomandazioni cogenti affinché tutti gli istituti di credito che emettono prestiti obbligazionari rivolti anche ai risparmiatori pubblichino nei prospetti informativi gli scenari di probabilità. Non si può infatti richiedere e ottenere ai fini di liquidità risorse al mercato con il paracadute dello Stato per poi emettere titoli molto spesso scadenti, con condizioni e costi non trasparenti e con il rischio per i risparmiatori non solo di non ottenere vantaggi economici ma addirittura di perdere percentuali rilevanti del capitale".
Adusbef e Federconsumatori notificheranno alla Consob un formale atto di diffida con il quale mettono in mora l'Autorità, avvertendola che in difetto di adeguamento a quanto richiesto sull'inserimento obbligatorio degli scenari di probabilità agiranno in via legale e considereranno la Consob coresponsabile con le banche per i danni causati ai risparmiatori dal mancato inserimento degli stessi scenari di probabilità. fonte