Magazine Cultura

Banche, imprese e territorio: più uniti per il bene comune

Creato il 23 luglio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

patuelli_piatto_150

“Ripartire insieme, con coraggio e umiltà, per un futuro caratterizzato da più etica e più efficienza”: questo il messaggio che Antonio Patuelli intende diffondere con il recente libro Banche, cittadini e imprese. Il presidente dell’Associazione delle banche italiane, con stile chiaro e adatto anche ai non addetti ai lavori, tratta i temi principali del dibattito economico degli ultimi anni: la questione dell’euro, i rapporti tra banche e imprese, l’educazione finanziaria, lo spread.

La premessa di fondo è che in una società tutti i soggetti dipendono gli uni dagli altri: “Là dove imprese e banche soffrono, ciò sarà patito anche da cittadini, famiglie, persone”. Occorre dunque instaurare una cooperazione in vista del bene comune, una collaborazione proficua tra le parti in causa, anche se per ottenere ciò è necessario che le banche riconquistino una fiducia che negli ultimi anni è diminuita drasticamente, sia per un comportamento irresponsabile non di rado sfociato anche in attività illegali da parte dei banchieri, sia per la riduzione dei flussi di credito applicata dalle banche in particolare dall’inizio della crisi.

Nella recensione al volume pubblicata sul Sole 24 ore del 20 luglio (“Le banche siano legate al territorio”), Gianno Toniolo descrive la società immaginata da Patuelli come “olistica, armonica, lontana dall’atomistmo individualista”, che per alcuni versi si avvicina alla visione di Luigi Einaudi e per altri richiama la Dottrina sociale cristiana. L’attenzione posta sul legame con il territorio, aggiungiamo noi, ripropone uno dei temi principali del popolarismo sturziano.

Particolarmente interessanti sono i capitoli dedicati all’etica dell’economia, all’educazione economica e al rapporto delle banche con il resto della società. Rivendicando il loro ruolo e la loro importanza, Patuelli chiede maggiore rispetto nei confronti delle istituzioni bancarie italiane, che hanno ridotto i propri costi e rafforzato il capitale, e il cui comparto è “quello che più ha costruito profondi cambiamenti, realizzando mercati di qualità che non temono, ma sollecitano l’Unione Bancaria europea”.

Per uscire dalla crisi, afferma Patuelli, bisognerà ridurre il debito pubblico e puntare sulle ricchezze varie e molteplici del territorio, con il quale anche le banche dovranno creare un legame più solido. La svolta di cui il mondo dell’economia deve dimostrarsi capace deve essere improntata a “una cultura e comportamenti più virtuosi, più sobri e solidali”, e la capacità che avremo di creare una società più coesa sarà fondamentale: “non si esce davvero da questa lunga e severa crisi, non ci sarà ripresa duratura, se non sapremo leggere e imparare le dure lezioni che la storia, anche recente, ci dà”.

Marco Cecchini


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :