Lo scandalo Montepaschi (a proposito, dov’è finito?) ha avuto il merito di riaccendere la luce sulle grande banche italiane i cui manager riescono a intascare grandi cifre tra bonus e dividendi nonostante una gestione discutibile e dei conti deficitari.
La Banca d’Italia inizia finalmente a far pressione per risolvere queste situazioni. Siamo ancora a livello di moniti e moral suasion, ma intanto è un inizio. L’istituzione guidata da Ignazio Visco invita le banche in perdita a non riconoscere o pagare bonus ai vertici e di ridurli al personale se il bilancio è in perdita o il risultato gestionale è negativo. La misura non deve essere aggirata con aumenti dello stipendio fisso o del variabile per gli anni successivi.
Da via Nazionale arriva anche l’altolà alla distribuzione dei dividendi: particolare prudenza negli istituti di credito in cui l’indice patrimoniale Core Tier1 superi con un margine limitato (meno di un punto percentuale) il valore soglia. In ogni caso, l’ammontare dei dividendi tra gli azionisti deve essere dentro il 50% dell’utile di esercizio distribuibile.
Palazzo Koch invita gli organi sociali delle banche ad attenersi alle indicazioni allineando le previsione di perdita all’accresciuta rischiosità degli attivi e ad adeguare le rettifiche di valore sui crediti al contesto economico attuale e futuro.
L’intervento fa seguito alle parole di Visco che al Forex di Bergamo aveva proposto nuove direttive volte a impedire la distribuzione dei premi:
Le banche in perdita non dovranno distribuire bonus, e la parte variabile delle remunerazioni deve essere in linea con i risultati reddituali. Se non si avrà una adeguamento spontaneo, norme e controlli saranno più stringenti.
Fonti: Repubblica, Corriere