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Banchieri all’arrembaggio

Creato il 08 gennaio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

banchieri gangster

Banchieri banditi e golpisti: è quanto emerge da due libri di recente pubblicazione recensiti sull’Indice dei libri di gennaio: “Il colpo di Stato di banche e governi, l’attacco alla democrazia in Europa” di Luciano Gallino e “Banchieri, storie del nuovo banditismo globale” di Federico Rampini. I due volumi offrono una visione dettagliata dell’essenza della crisi che stiamo vivendo, cercando di individuare responsabilità e connivenze, e non mancano di chiarire alcune questioni sull’euro e sui rapporti tra Stati e Unione europea.

Per Gallino l’attuale recessione, lungi dall’essere un fenomeno “naturale” e inevitabile o, come afferma Bruxelles, il prodotto del debito contratto dagli Stati per far fronte alla spesa sociale, è il risultato dell’accumulazione finanziaria perseguita per reagire alla stagnazione finanziaria di fine secolo. In particolare, la creazione di denaro illimitato, mediante la concessione di credito, da parte delle banche e l’assoluta mancanza di responsabilità delle istituzioni economiche sovranazionali che avrebbero dovuto controllare e limitare questo procedimento, hanno provocato danni economici enormi.

Che una finanza sconsiderata e irresponsabile abbia imperversato negli ultimi decenni non è certo una scoperta nuova. Ciò che risulta maggiormente ingiustificabile è l’impunità dei suoi attori, che ha fatto sì che poche decine di migliaia di responsabili facessero pagare il prezzo della loro condotta a decine di milioni di vittime, aspetto sottolineato anche da Rampini il quale, estendendo il discorso a livello globale, scrive che “nessun bandito della storia ha mai potuto sognarsi d’infliggere tanti danni alla collettività quanti ne hanno fatti i banchieri. Eppure, non uno dei grandi boss di Wall Street è finito in galera”. Stessa situazione o quasi in Italia, in cui i protagonisti hanno potuto beneficiare della completa disponibilità da parte di un sistema politico totalmente asservito ai diktat del mondo finanziario.

Dunque tutti colpevoli? Pare di di sì, i due autori non fanno sconti a nessuno. Gallini include l’intero sistema politico e finanziario: Bce, Fed, Banca d’Inghilterra, fondi speculativi e sovrani, governi e Commissione europea. Rampini non fa distinzione tra banchieri “cattivi” (che negano il mutuo e speculano con i prestiti della Bce) e “buoni” (i governatori delle banche centrali, da Bernanke a Draghi), considerandoli facenti parte dello stesso ingranaggio: qualcuno ha agito, qualcuno ha acconsentito e tutti sapevano.

Dagli scritti dei due autori emerge anche la stretta connessione tra queste problematiche e la deriva delle democrazie contemporanee: per Gallino la supremazia del mondo finanziario nei confronti di quello politico rappresenta un vero e proprio attacco alla democrazia: il “colpo di Stato” del titolo non è una frase a effetto ma la realtà delle cose. Stessa posizione per Rampini: la consapevole e calcolata rinuncia da parte della politica della propria centralità nei confronti della finanza è un tradimento del sistema democratico, ed è proprio questo “abbandono” che ha creato il clima di sfiducia e disillusione da parte dei cittadini verso le istituzioni. Il risultato: il proliferare di un populismo rabbioso e irrazionale che assume spesso i toni di un antieuropeismo che scarica le responsabilità sulla debolezza dell’euro.

È possibile risolvere la situazione? Come uscire dalla crisi? Gallini propone di riportare la finanza al servizio dell’economia reale, che sia in grado di creare innanzitutto occupazione, mentre Rampini si appoggia al concetto di “resilienza” indicato da Obama. Da parte nostra, come abbiamo sempre affermato, sosteniamo la necessità di una svolta etica: siamo convinti che sia ancora possibile fare “buona politica” e “buona economia”, ma per ottenere questo occorre aderire onestamente al principio “servire, non servirsi”.

Marco Cecchini

 


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