La mattina Sybil rimaneva a letto a leggere la traduzione inglese dei diari di Kierkegaard, pubblicati da appena un mese ma già accolti in Inghilterra come una rivelazione. Si sentiva come un deserto rimasto inconsapevole della propria aridità fino all’arrivo della pioggia. Quando Donald rincasava nel tardo pomeriggio, aveva sempre meno cose da dirgli.
«C’è stata un’altra sparatoria in fondo alla valle» diceva Donald. «Un tale è tornato a casa all’improvviso e ha trovato la moglie con un altro. Li ha uccisi entrambi».
«In questo posto non si è mai lontani dalla giungla» commentava Sybil.
«Ma cosa stai dicendo? La giungla è a più di mille chilometri da qui».
Quando era partito per la sua prima battuta di caccia grossa, a oltre mille chilometri da lì, in lui non c’era più nessuna traccia di vita mentale, aveva riflettuto Sybil. Il suo cervello era come un pesce fuor d’acqua che avesse cessato di palpitare. Però, pensava anche, un’altra donna non se ne sarebbe mai accorta. Le altre donne non vogliono una mente per marito. Ma io sì, pensava, quindi sono anormale e non avrei dovuto sposarmi. Non sono tipo da matrimonio. Forse è per questo che lui non esplora la mia personalità, non più di quanto legga le riviste. Lo farebbe pensare, e per lui sarebbe doloroso.
Quando morì rimpianse che non fosse vissuto abbastanza da godersi una vita sua, qualunque essa fosse. Lei trovò lavoro in una scuola privata femminile e coltivò qualche amicizia, come diversivo in attesa che la guerra finisse. Gli amici simpatici non devono per forza avere una mente.
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Muriel Spark è famosa per il suo delizioso anticonformismo e per le sue trame disorientanti, ma anche per la straordinaria, pungente ironia. La sua è una scrittura energica, incisiva, efficace, senza compromessi e selvaggiamente divertente.
Una prosa densa e acuta, enigmatica per certi versi e stupefacente per la leggerezza della maniera, con un raffinato gusto per l’allegoria.
In questi tre racconti Muriel Spark ci porta in Africa, dove si era trasferita, appena sposata, nel 1937 (aveva sposato Sidney Oswald Spark ed era andata in Rhodesia, dove nacque il loro l’unico figlio).
La sua Africa è una scialba e apatica colonia inglese di cui rivela, in modalità di commedia, assurdità e malvagità, dominio e sottomissione, rapporti sbilanciati tra le varie persone.
Questi racconti “africani” meritano di essere letti per la loro originalità, il tono sarcastico “da miniatura” e soprattutto per il modo di scrivere sorprendentemente nuovo e fresco della Spark.
Muriel Spark, Bang Bang sei morta, traduzione di Mario Fillioley, Piccola Biblioteca Adelphi, Adelphi, 2013.