Michele Foschini è direttore editoriale di Bao Publishing, la casa editrice da lui fondata nel 2009 insieme alla socia Caterina Marietti. Nel giro di pochi anni la Bao si è imposta nel mercato pubblicando autori di rilievo come Zerocalcare e Cyril Pedrosa e ottenendo ottimi risultati di vendita in fumetterie e librerie. Oggi è considerata fra le maggiori case editrici di fumetti in Italia.
Come è nata l’idea della Bao Boutique?
Sentiamo, da sempre, l’esigenza di andare a incontrare i lettori, attuali o potenziali, dei nostri libri, in luoghi non già colonizzati dal fumetto. Un negozio “normale”, che spunta lungo la rotta della pausa pranzo, nel cuore di una grande città, ci è sembrato un segnale forte, un’idea da provare. La differenza, per noi, sta proprio nella possibilità di saggiare questa modalità di incontro con i lettori in una grande città come Milano. I risultati di questo shop saranno interessanti proprio per questo.
Qual è l’obiettivo della Bao Boutique? Credete che vi porterà nuovi lettori o sperate di fidelizzare i vecchi, grazie ai numerosi incontri con gli autori?
Perché non entrambe le cose? Il dialogo e la comunicazione sono fondamentali, per Bao, da sempre. E ci piace parlare con tutti, non solo con chi ci conosce già.
Credete che la visibilità del fumetto in librerie e fumetterie non sia sufficiente? È un problema che riguarda alcuni titoli e alcune case editrici o il fumetto in generale?
Riguarda alcuni soggetti per la loro miopia o scarsa capacità di farsi notare, ma anche il comparto in generale, perché persiste un luogo comune negativo secondo il quale il fumetto non ha la dignità culturale sufficiente per fare parte della vita quotidiana di un lettore medio di libri.
La Bao è probabilmente la casa editrice che più cerca il rapporto diretto con i lettori e con le fumetterie. Quanto è importante per voi che la presenza della casa editrice si avverta in ogni momento della vita del libro?
Assolutamente fondamentale. Esiste la percezione dell’editore come di uno sfruttatore, furbo e poco interessato a ciò che produce e vende, ed è una percezione falsa e sbagliata, non fosse altro perché, allo stato attuale delle cose nel mercato del fumetto in Italia, la “ricchezza” di cui potrebbe disporre l’editore a scapito di autori e lettori è in realtà ben poca cosa. Per noi è fondamentale far capire le nostre scelte, le loro ragioni, la sensibilità alle spalle di ogni progetto, in ogni fase.
Pensate che dopo Milano ripetere l’esperienza altrove?
Ci piacerebbe, ma è innegabile che per ora sia molto più gestibile nella nostra stessa città. Vedremo.
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