Certo, quando la devi prendere in quel posto, il vento ti solleva la camicia. Insomma, l’Inter di questi tempi non sarà una squadra di fenomeni, ma contro il peraltro modestissimo Trabzonspor non meritava di perdere. Con questo, non si vuole dire che i nerazzurri abbiano disputato una partita bellissima. Un osservatore neutrale non può però negare che qualche timido segnale di progresso, rispetto alla débâcle di domenica sera, c’è stato. Quando dico “osservatore neutrale” escludo la quasi totalità dei giornalisti, sempre pronti a saltare sul carro del vincitore o, in caso di sconfitta, a sferrare la prima coltellata. Da che mondo è mondo, da noi è una costante. Basti pensare a certi commenti entusiasti per una vittoria della nazionale contro le isole Far Oer o alle condanne senza appello di fronte ad una sconfitta contro il Brasile o la Spagna. Ieri non ho visto il dopo-partita, ma martedì ho ascoltato le illuminanti osservazioni di Galeazzi su Barcellona-Milan. Mi bastano quelle per cambiare canale al novantesimo. Se il Milan non avesse segnato un gol abbastanza immeritato in pieno recupero, avrebbe detto le stesse cose? Non so che partita abbia visto, ma per i tre quarti i rossoneri non hanno visto palla. Nel secondo tempo, ci sono stati minuti interminabili in cui i milanisti sono stati messi in mezzo al torello blaugrana senza beccarla mai. Che poi la squadra di Guardiola non sia stata in grado di chiudere il match è stato più demerito di un Barcellona intento a guardarsi allo specchio che merito del Milan.
Ma torniamo a noi. Assodato che contro i turchi si è almeno vista un’Inter più compatta, con il pallino in mano per lunghi tratti della gara, va anche detto che il Trabzonspor è una squadra modesta, entrata in Champions League soltanto per la squalifica del Fenerbahce, e che alcune lacune vanno colmate al più presto, se si vuole lottare con i primi della classe, in Italia e in Europa. Occorre recuperare in fretta Julio Cesar, che nelle condizioni attuali non fa la differenza, e soprattutto Maicon. Jonathan non è in grado di assicurare neanche il 20% della spinta del numero 13 nerazzurro. A centrocampo, Obi e Alvarez annaspano, mentre Cambiasso si trova spesso a fronteggiare da solo le ripartenze degli avversari. I rientri di Thiago Motta, Stankovic e Poli potrebbero ridare ossigeno al reparto. In avanti, Zarate costituisce ancora un corpo estraneo, Milito sembra sulla via del recupero, mentre Pazzini soffre la penuria di rifornimenti dalle fasce. Oggi come oggi, si salva soltanto Sneijder, guarda caso la prima vittima dell’esperimento Gasperini.
La situazione non è drammatica, ma se domenica non si dovesse vincere contro la Roma, la pressione sull’allenatore potrebbe diventare insostenibile. Siamo ancora alla seconda di campionato e, in coppa, il pareggio tra le altre due avversarie del girone rende meno pesante la sconfitta. Eppure stanno già per accendere il rogo.