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Barbara D’Urso e Matteo Renzi presto ritorneranno. Preparatevi

Creato il 10 marzo 2016 da Postik @postikitalia

Immaginiamo un futuro “vicino vicino” (da qui a pochi mesi), dove tutte le promesse e le rassicurazioni di Renzi verranno disattese (un’assoluta novità) e l’Italia manderà un contingente in Libia. Come sempre il Presidente del Consiglio sarà pronto a “spiegare” agli italiani le motivazioni della scelta e sicuramente lo farà nella sede a lui più congeniale, da Barbara D’Urso.

Ora facciamo un altro sforzo e cerchiamo di immaginare insieme il dialogo tra i due: perdonerete l’ardire, ovviamente non sarò assolutamente in grado di raggiungere l’altissimo livello dialettico della conversazione, ma ci proverò.

 Ah, se Biagi, Bocca e Montanelli fossero ancora tra noi quanto avrebbero da imparare dalla D’Urso! Lei il mestiere ce l’ha dentro, per la precisione nelle ghiandole lacrimali.

Barbara si  accinge a “ri-presentare” Renzi per l’ennesima volta negli studi di Buonadomenica, e per farlo ritrova tutta la sua catarifrangenza dopo aver versato copiose lacrime di scena nell’ascoltare la triste storia di una modella caduta nel terribile vortice del nail-panting.

Ella freme, basta guardarla … con gli occhiali da sole ovviamente. Il suo viso non è illuminato, no! Dire che emana luce è riduttivo: in confronto a lei il batsegnale è un cerino smorzato, una tempesta solare solo un falso contatto.

Si vede che è emozionata, il botulino impazzisce letteralmente: preso da vita propria sembra voglia uscirle prepotentemente dalle labbra per piantarsi senza alcuna vergogna sulle guanciottone “petalose petalose” del suo ospite.

Barbara non sta più nella sua pelle (almeno da 15 anni), il cuore le batte a mille, ma si fa coraggio e annuncia il premier.

A quel punto la regia cambia inquadratura e parte in sottofondo la “Cavalcata delle Valchirie.

Dalle quinte spunta lui, Matteo Renzi. Il passo d’oca gli viene come al solito, di tacco e un po’ ciondolante, ma il vero guaio sono le spalle: vanno sempre per cazzi loro. La mise, però, è studiata fin nei minimi dettagli: camicia cucita già smanicata per far vedere il rolex color sabbia, anfibi, rigorosamente scamosciati, corredati da pantaloni color petrolio e pedalini mimetici, e, infine, la ciliegina sulla torta: la cover di Rambo all’Iphone. Un colpo di genio!

Mario Airaghi, I Chinson, La guerra a nostra insaputa

Mario Airaghi, I Chinson, La guerra a nostra insaputa

Entrambi, dopo una calorosa stretta di mano, si siedono sulle rispettive poltrone e così inizia l’intervista del secolo.

 D’Urso: Grazie presidente Renzi per aver trovato il tempo di venirci a trovare nonostante i suoi impegni istituzionali, ricordiamoli: solo ieri ha scritto ben 32 tweet, ha sedato una rissa tra 12 sottosegretari che volevano  accaparrarsi 5 Ipad regalati dalla Apple e, non pago, ha cotonato i capelli a Verdini. Proprio instancabile eh?

Renzi: E’ il minimo per il mio paese. Peccato che il giorno duri solo 24 ore, c’è veramente tanto da fare, mi creda. Almeno a me così hanno detto. Sa che sono stato Sindaco di Firenze?

 D’Urso: E chi non lo sa? Ora, a futura memoria … per i posteri, su una chiappa del David di Michelangelo c’è scolpito Matteo e sull’altra Renzi. Ma ora veniamo al nocciolo della questione presidente: la Libia! Come mai poi lei ha cambiato giustamente idea sul nostro doverosissimo intervento in questo paese martoriato che ha tanto bisogno di noi? (La bocca della presentatrice trema di compassione per i tre secondi garantiti dal contratto).

Renzi: Mi scusi Barbara la fermo subito. Io non ho cambiato idea. Io dissi che l’intervento non era all’ordine del giorno, ma parliamo del giorno sei marzo. Il tempo passa, il governo è dinamico e ogni giorno ci sono cose nuove da affrontare per rendere questo paese grande per noi e per i nostri figli. Il governo del Fare vuol dire proprio questo: il fare non si deve accontentare di ciò che è stato detto ieri, ma per fare realmente deve guardare al domani senza paura, osando. Bisogna aggiornarsi continuamente. Senza i continui download della voltabuona non c’è il vero fare, si rischia di restare impelagati nella app non aggiornata della vecchia politica. Non esiste ieri nel continuo file sharing della politica moderna.

 D’Urso: Parole profonde e toccanti Presidente, soprattutto chiarissime, ma lei disse anche che non avremmo mandato uomini in Libia, poi perché ha pensato – bene sottolineo – di mandare un contingente militare?

Renzi: Mi permetta signora d’Urso, in casi così delicati mi permetto di farle un appunto e di ricordarle precisamente cosa ho dichiarato. Io dissi che, fin quando ero presidente, non avrei mandato 5000 mila uomini in Libia.

 D’Urso: esatto.

Renzi: Ebbene il nostro contingente non è affatto di 5000 uomini, bensì più di 6000, mica pizze e fichi? Senza contare le nostre straordinarie e preparatissime donne soldato e i nostri eccezionali buonidroni.

D’Urso: Quel che è giusto è giusto. Ha ragione. I buonidroni? Cosa sono?

Renzi:  Sono una mia personalissima invenzione; mi perdoni se in questo momento tradisco la mia proverbiale e stoica umiltà, ma sono proprio felice di questa trovata. Bene, ora le spiego: il buondrone non è altro che un drone normale che lancia un messaggio vocale poco prima di colpire l’obiettivo, un messaggio in più lingue, tra le quali ovviamente l’arabo.

D’Urso: eccezionale, straordinario. E che messaggio lanciano questi droni?

Renzi: una sola parola.

D’Urso: quale?

Renzi: Statesereni! … . Le ho detto che sono stato il Sindaco di Firenze?

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Vignetta di Mario Airaghi Satira Neuro Deficiente 


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