Barbari sognanti o cialtroni ignoranti

Creato il 15 gennaio 2013 da Tabulerase

Se avessimo un nostrano Who’s who alla voce Matteo Salvini cosa troveremmo? Dopo l’esibizione di totale sprovvedutezza data dal segretario lombardo della Lega Nord a “Otto e Mezzo” ospite di Lilli Gruber chiediamoci chi sia veramente questo signore addivenuto alle cronache non per averci elargito opere memorabili, per avere proposto di trasformare Milano, quella che si suole definire la capitale morale ed economica del bel paese, in una sorta di Alabama del XXI secolo, la proposta che lo portò alla ribalta delle cronache era di creare vagoni di metropolitana solo per extra-comunitari, una sorta di idea che più che bizzarra si può solo definire inquietante se non totalmente aberrante. Anzi per la precisione il buon Matteo divideva tra milanesi ed “altri” quindi accomunando extra-comunitari e “terun” presumiamo a questo punto, era la sua degna compagna di vita, al secolo Raffaella Piccinni, ad avere adottato la divisione tra italiani ed extra-comunitari, quale sia la migliore, anzi la peggiore, è tutto da decidere.

Perso il vagone dell’apartheid, il vulcanico Salvini si lancia come un novello Schwarzenegger sulla nuova linea del coprifuoco serale, probabilmente garantito dagli spadoni e dalle alabarde delle ronde leghiste di vecchia memoria, le baionette paiono destinate alla secessione, tesi prontamente sposata dalla giunta Moratti e dal vice-sindaco ex-An De Corato, d’altronde come dicono in Toscana si sa che la madre dei bischeri….; ma tornando a noi ovviamente adesso si rimangia tutto puntando ad attrarre i voti dei giovani dichiara che riaprirà tutta la città riempiendola con feste e lazzi e chissà che altro, venendo accusato di scarsa coerenza perfino proprio dallo stesso De Corato.

Al paragrafo “responsabilità” leggeremmo la sua dichiarazione di assoluzione di Umberto Bossi in quanto, a suo dire, quando un segretario firma i rimborsi, non è tenuto a sapere che fine fanno, in pratica nella sua visione di corretta amministrazione il responsabile viene pagato per firmare senza che debba interessarsi se quello che ha è fatto bene o male, che poi il maltolto finisca proprio nelle tasche di parenti ed amici stretti del “cerchio magico” è un particolare irrilevante.

Se questa fosse la sua autobiografia ce ne sarebbe già abbastanza per interrompere la lettura e dedicarsi ad altre attività più appaganti, ma la fantasia del nostro “lumbard” non ha limiti, il nuovo mantra della Lega 2.0 è che il 75% delle tasse pagate restino in regione e non solo un terzo come secondo lui avviene adesso. Ora senza portare i numeri in questa sede, ma i conti sono facilmente reperibili, la percentuale che torna in regione è del 66% senza considerare altre aggiunte, percentuale che sale al 72% per il Veneto e addirittura al 88% nel Piemonte del suo amico Cota, che dovrebbe quindi rendere al resto del paese un bel 13%!!

Non pago di avere sparato cifre in libertà come se fosse sotto l’effetto di sostanze psicotiche, messo in crisi dai ragionamenti degli altri ospiti della trasmissione, riesce a balbettare un “magari forse mi sbaglio” che non deve essere in questo caso un dubbio, ma una certezza. Detto questo il Salvini afferma ancora che tale variazione attinente alla distribuzione delle risorse è dovuta al fatto che se non si rende necessaria in tempo di vacche grasse, lo è in stagione di crisi, quindi dobbiamo dedurre che quando più c’è bisogno di solidarietà tanto più per i leghisti deve prevalere l’egoismo campanilistico.

Sul campanilismo abbiamo l’ultimo comandamento del Matteo e dei suoi compagni di partito, la macroregione del nord, il grande nord con milioni di baionette schierate ai confini, già i confini, ma quali dovrebbero essere i confini di questo grande nord? Al culmine del domino longobardo cui rifanno le origini del leghismo, parliamo del 572 con i regni di Alboino, Faroaldo e Zottone, i longobardi dominavano non solo il nord, ma anche il centro partendo da Spoleto ed arrivando alla Campania, escludendo l’Emilia-Romagna e il Lazio e fermandosi ai confini di Puglia e Calabria, oltre ovviamente le isole. Se ci rifacessimo ai progenitori longobardi dei nuovi barbari sognanti che vogliono invadere il paese con la forza, non più dello spadone di Alberto da Giussano, ma del mai avvenuto taglio delle tasse di Tremontiana memoria ora trasformato in egoistica autarchia, la macro-regione del nord potrebbe anche includere la tanto vituperata Napoli di De Magistris….

Beata è l’ignoranza e Socrate dixit “L’ignoranza è l’origine di tutti i mali.”


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