Barcollare nel buio

Creato il 17 gennaio 2014 da Andreapomella

Esco la mattina presto, così presto che è ancora buio, così presto che per strada non si vede un’anima, salgo in macchina e accendo la radio, al GR parlano del porto italiano in cui transiteranno le armi chimiche siriane, mandano un’intervista al sindaco della città, il sindaco dice: “Non ne sapevamo niente, nessuno ci ha avvisato, nessuno ci ha coinvolto; noi barcolliamo nel buio”. Penso che è una cosa che mi è capitata spesso. Barcollare nel buio, voglio dire.

Ogni volta che devo comprare un biglietto dell’autobus non so mai come spiegarmi efficacemente col tabaccaio, così dentro di me faccio sempre qualche prova prima di esporre la mia richiesta, se al tabaccaio chiedessi semplicemente: “Un biglietto dell’autobus” non sarei onesto con me stesso, in effetti quando esco, oltre a prendere l’autobus, spesso devo prendere anche la metropolitana, ma se chiedessi: “Un biglietto Metrebus” mi parrebbe allo stesso tempo pretenzioso, invece se dicessi: “Un BIT”, che è il biglietto a tempo della durata di cento minuti, ossia il biglietto che serve a me, mi sentirei un po’ scemo e penserei subito che non esiste in tutta Roma qualcuno che si presenta dal tabaccaio dicendo: “Buongiorno, vorrei un BIT”. L’ultima volta però l’ho sfangata chiedendo: “Un biglietto di corsa semplice”. L’espressione “biglietto di corsa semplice” ha una certa inusitata dolcezza.


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