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Bargnani a Tuttosport

Creato il 13 agosto 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

andrea-bargnaniAndrea Bargnani solo pochi giorni fa aveva rilasciato un’intervista a Hoopshype dove aveva parlato soprattutto della stagione scorsa dei suoi Raptors e di quello che potrebbe succedere in questo nuovo anno NBA, oggi, invece, sulle pagine di Tuttosport parla anche della trade che ha portato a New Orleans il suo amico ed ex compagno Belinelli e della situazione della Nazionale italiana, in difficoltà dopo le prime quattro partite di qualificazione per gli Europei 2011.

Lei è il simbolo di una Nazionale in crescita. Ma non bisogna dimenticare che è il primo anno di un nuovo ciclo. E bisogna smetterla di puntare solo su voi delia Nba
Ci sono segnali positivi. In Montenegro abbiamo giocato una grande partita.
Abbiamo perso soltanto perché abbiamo sbagliato - io per primo - qualche tiro aperto nel finale. Ha ragione Pianigiani, se avessimo giocato così le precedenti partite adesso saremmo in perfetta corsa. E’ altrettanto vero che questo gruppo lavora assieme da poco più di 20 giorni. Stiamo crescendo, ora dobbiamo vincere. Purtroppo c’è poco tempo, comunque ci proviamo, finché c’è una possibilità. Non è tutto perso. E nel caso di ripescaggio, ci proveremo il prossimo anno. Comunque è normale che i tifosi si aspettino molto da noi giocatori Nba. Ma siamo un gruppo. Magari in attacco tiriamo di più, però si vince e si perde assieme e con responsabilità condivise. L’Italia è la squadra di tutti.

Il rapporto con il ct Pianigiani?
Ottimo. Si è creato un bel rapporto diretto. Lui è uno che dice le cose in faccia. Poi cura ogni dettaglio. E tecnicamente, per Simone parlano i successi a Siena.

Nba: l’amico Belinelli lascia Toronto per New Orleans
Mi spiace tanto, oltre che un compagno bravo e disponibile è anche amico e connazionale. Si stava bene assieme. Gli auguro che sia una svolta. Certo, non ci sono molte città come Toronto.

Beli-viaggiatore, terza squadra in 4 anni. Lei se l’aspettava?
No, l’ho saputo come voi. A volte i team informano i giocatori, altre no. Restare a Toronto, per me, è meglio. Più in generale non cambiare club aiuta un giocatore. Ma soltanto se gioca. Se non gioca invece…

Obbligatorio parlare della scelta di LeBron James: Miami è a Est con voi
Miami ora è la favorita, anche perché attorno alle tre stelle ha messo un cast di supporto adeguato. Se si integrano in fretta sono guai. Per il resto è stata una sua scelta, se va bene a lui… Magari avrebbe potuto dirlo prima al club, che in tv… Comunque Miami non è da buttare. Non è che gli altri abbiano raggiunto lui a Cleveland. Non è più tempo di bandiere? Mah, vincere conta troppo. Certo non è un’operazione di marketing: tre stelle assieme, bene o male, si tolgono spazio sul mercato.

Uomo-franchigia a Toronto?
Non mi spaventano le responsabilità. Cercherò di migliorare, come sempre. In particolare nel gioco in post basso che comincia a piacermi. Per tirare meno da tre, che resta il mio primo amore. Per i pronostici aspettiamo che la squadra sia completa. Lo scambio di Marco dimostra che siamo ancora un cantiere.

I tres amigos di Miami hanno rinunciato a qualche milione. Lei per un anello cosa lascerebbe?
Non so, non ci ho pensato. Forse un po’ di spazio in campo. Sarebbe un sogno riuscirci a Toronto. Dove sono arrivato e ho anche avuto momenti difficili, il secondo anno, il terzo quando è arrivato Jermaine O’Neal. In fondo, un altro aspetto bello, è che in Nba tutto può cambiare in un attimo.

La certezza è che avremo più derby italiani Nba. Con Gallinari sono state partite interessanti. C’è rivalità sportiva?
Giusto così. E’ bello che, tra 82 partite, ce ne sia qualcuna che ti faccia battere il cuore di più, per uscire dalla routine.


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