Magazine Informazione regionale

Barriere culturali da stravolgere: può riuscirci Bonali (Pd)? Ancora no, non si vedono novità all’orizzonte

Creato il 09 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

A Cremona non si può, non se ne deve parlare. Qualcuno ci ha provato, ha indicato certi progetti al Comune, senza neanche ottenere risposte. Silenzio, congelamento delle idee, belle statuine mentre il mondo si evolve e stravolge, nel bene e nel male, con ingiustizia, spargimento di sangue, ma mettendo in movimento globale anche le idee. Che con Cremona non c’entrano. Di qui non passa globalizzazione culturale: solo negazione di diritti e spirito penitenziale, tagli su tagli e maledizioni.

Chiudere il catenaccio di casa non servirà, come non servirà allargare i confini delle Province per restringere quelli delle politiche giovanili e culturali. E qui non si desidera che il centrosinistra, dovesse vincere – dopo anni di vecchie lagne (Cremona gustosa?!?), di cooperative cattoliche che paralizzano la creatività di cui un Comune può ancora essere dotato – rimpiazzi e proponga un programma “analogo con modifiche”, limitandosi a far manutenzione dei vecchi apparati e contenitori, dei muri dei teatri e dei musei, considerando con raggelante timore chi voglia cambiare i connotati alla prigione di una tradizione spaventosamente perdente. Le strutture non vanno più usate, ma rovesciate, sconvolte, rifatte: il loro uso non dovrebbe restare lo stesso, perché la specie umana dopo alcuni decenni è un po’ cambiata. L’evoluzione si nota, il cambiamento si sente. A Cremona no, sembra di vivere in un eterno astorico ovattato presente fuori dal tempo. Invece ogni amministrazione, di ogni colore, non fa che adoperare gli stessi “giochi”, le stesse strutture, seguendo le istruzioni dettate dalla tradizione e da chi padroneggia pesanti pacchetti di voti e detta legge alla faccia dei cittadini e della democrazia.

Sarà Daniele Bonali, vincesse il centrosinistra, il nuovo assessore alla cultura? Quale sarà in tal caso la novità? Cambierà il pilota ma non la macchina? Si tratterà ancora di gestire musei, mostre che consistono semplicemente nell’appendere quadri, visitare qualche giardino e palazzo privato in più (museo diffuso) o cambierà sistema?

Sinora i cambiamenti di cui ha parlato il professore di lettere – una delle vittime del precariato degli insegnanti – non brillano. Non vuole scoprire le carte? Il centrosinistra deve ancora pensarci? Come anche il centrodestra? Allora siamo in tempo per fare qualche propostuccia che male non fa.

Il Partito democratico – questo blog lo dice con ampio anticipo, ma la lunga corsa verso le elezioni è già iniziata – si spieghi prima, convinca prima non solo l’elettorato paziente, riflessivo, affezionato, che tutto sopporta. Quell’elettorato fedele, “sicuro”, è uno zoccolo duro non molto giovane e poco propositivo. Si cerchino sostenitori e collaboratori tra le nuove generazioni, rovesciando modi e stili. Stefania Bonaldi ha dovuto imporsi sul suo stesso partito per vincere, ma non si è imposta sulla gente: l’ha ascoltata. Ci sono elementi “bonaldiani” di grande valore. Così, più che i soliti leader che vendono illusioni e cercano di convincere gli elettori altrui, occorrerebbe la rivoluzione copernicana del gruppo dirigente che ascolta.

E che, quando governa, ribalta la macchina amministrativa. Non si può restare prigionieri di consuetudini che uccidono la musica classica, che allontano il pubblico, che svuotano i musei, che soprattutto tengono i giovani alla larga dal Comune, un palazzaccio chiuso e polveroso dove contano solo pacchetti di voti, eminenze grige, mammuth, reperti degni di San Daniele Po, vecchi generali senza esercito o con un esercito ma privo di libertà di pensiero.

 

0.000000 0.000000

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :