La storia di Merù Gioielli ce la racconta Francesca, figlia di Francesco Mereu che nel 1960 all’età di 28 anni, decise di puntare su se stesso e di trasformare una passione in un mestiere. L’operazione gli riuscì talmente bene che il negozio di Milano è ancora oggi punto di riferimento per chi desidera un gioiello realizzato a mano unico ed esclusivo.
Entrando nell’unico punto vendita di Via Solferino 3, zona Brera, ad accoglierci troviamo il sorriso timido di Bartolomeo, figlio di Francesco e laureato in gemmologia, che ne ha ereditato manualità e passione. In questo negozio, che sembra sospeso nel tempo, trovano spazio mestieri di alta artigianalità che purtroppo si stanno perdendo.
Il mondo Merù basta a se stesso: nel laboratorio sul retro l’oro viene fuso e lavorato a mano per realizzare anelli e piccoli oggetti che richiedono pazienza e precisione. Stessa precisione richiesta nella realizzazione di bracciali e collane assemblate personalmente da Bartolomeo, abbinando smalti realizzati a mano e pietre preziose in modo sapiente e ricercato.
Ci racconta Bartolomeo “I gioielli Merù sono creati per dare emozione. Oggi siamo un’importante punto di riferimento per una clientela fissa ed affezionata, dal gusto alto ed educato, che conosce il bello e sa apprezzare il valore dell’esclusività e dell’utilizzo di materiali preziosi. Lavoro i gioielli con gli stessi procedimenti appresi da papà unendo alle nuove collezioni un continuo recupero del patrimonio storico di Merù”.
Accanto a gioielli che trovano spazio nella vita di tutti i giorni, Bartolomeo realizza su ordinazione pezzi di alta gioielleria in esemplari spesso unici che fanno la felicità di donne di tutto il mondo: grazie al passaparola, Merù infatti è oggi una realtà riconosciuta ed apprezzata anche all’estero da dove, sempre più spesso, arrivano ordini e richieste.
Se Francesco Mereu è stato un innovatore e un precursore dei tempi, Bartolomeo ne è degno erede grazie alla sua sensibilità e all’amore che continua a mettere nella creazione di oggetti che sembrano avere la parola.
Alessia