Papaleo sceglie di elogiare la sua terra, la Basilicata, con la giusta ironia e consapevolezza per una terra che spesso viene ignorata come meta turistica, ma che non ha sicuramente nulla da invidiare ad altre regioni limitrofe e lo fa attraverso un viaggio che attraverso la lentezza vorrebbe consentire ai suoi protagonisti e allo spettatore di riscoprirla e conoscerla.Intento apprezzabile, in cui riesce ad imbarcare personaggi curiosi e simpatici, tra cui spiccano sicuramente Giovanna Mezzogiorno, giornalista disinteressata al suo lavoro e alla vita in generale, un Alessandro Gassman aspirante attore fallito, che vive dell'eco di un breve successo televisivo e il silente Max Gazzé, per la prima volta in veste di attore che riesce ad incarnare una figura umana che saprà riservarci un finale per fortuna non banale.Per il resto il racconto denota una sceneggiatura costruita col tempo, durante la lavorazione stessa del film e non sempre si ha la sensazione di una fluidità riuscita, rischiando qualche momento di stanchezza, ma in fondo siamo di fronte ad un prodotto onesto, che non si prende sul serio e che dimostra come Papaleo sia regista e uomo sincero e dispiacerebbe stroncare con eccessiva e pedante cattiveria un film che non può dirsi forse perfetto, ma che ogni tanto aiuta a sorridere e a svuotare la mente, in attesa di opere sicuramente più mordaci e scritte con maggiore attenzione da questo nostro artista intelligente e autoironico.
Magazine Cinema
Papaleo sceglie di elogiare la sua terra, la Basilicata, con la giusta ironia e consapevolezza per una terra che spesso viene ignorata come meta turistica, ma che non ha sicuramente nulla da invidiare ad altre regioni limitrofe e lo fa attraverso un viaggio che attraverso la lentezza vorrebbe consentire ai suoi protagonisti e allo spettatore di riscoprirla e conoscerla.Intento apprezzabile, in cui riesce ad imbarcare personaggi curiosi e simpatici, tra cui spiccano sicuramente Giovanna Mezzogiorno, giornalista disinteressata al suo lavoro e alla vita in generale, un Alessandro Gassman aspirante attore fallito, che vive dell'eco di un breve successo televisivo e il silente Max Gazzé, per la prima volta in veste di attore che riesce ad incarnare una figura umana che saprà riservarci un finale per fortuna non banale.Per il resto il racconto denota una sceneggiatura costruita col tempo, durante la lavorazione stessa del film e non sempre si ha la sensazione di una fluidità riuscita, rischiando qualche momento di stanchezza, ma in fondo siamo di fronte ad un prodotto onesto, che non si prende sul serio e che dimostra come Papaleo sia regista e uomo sincero e dispiacerebbe stroncare con eccessiva e pedante cattiveria un film che non può dirsi forse perfetto, ma che ogni tanto aiuta a sorridere e a svuotare la mente, in attesa di opere sicuramente più mordaci e scritte con maggiore attenzione da questo nostro artista intelligente e autoironico.
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