Le voci giravano ormai da qualche tempo.
Dopo un un totale di 19 partite e innumerevoli allenamenti la decisione, che pareva essere stata presa già alla vigilia del girone di ritorno, è in procinto di diventare ufficiale. La Manital PMS Torino saluta la guardia americana Davion Berry e accoglie nella famiglia gialloblù il play/guardia statunitense proveniente da Jesi Ian Miller.
La storia di Davion a Torino è iniziata l’estate scorsa, quando il direttore sportivo della Manital, Renato Pasquali decise che la guardia classe 1991 potesse essere il primo tassello utile per la costruzione di una squadra con ambizioni da promozione. Il rookie, in effetti, portava con sé un curriculum degno di nota e diverse società ne bramavano l’acquisto.
Berry è giovane e non ha mai superato il confine del suo paese; non conosce il basket europeo e deve far parte di una squadra composta da giocatori non giovani ma di grande esperienza e talento. In questa società non c’è tempo per imparare, per adattarsi alle “nuove” regole. L’obiettivo della PMS è chiaro e preciso: bisogna salire in serie A e i giocatori devono fare ciascuno il proprio per raggiungere la meta. Per Berry non è semplice e si vede dalla prima partita della stagione. Nel referto compare una virgola accanto al suo nome e le malelingue iniziano a parlare.
Era la prima partita e ancora nessuno poteva permettersi di giudicare (anche se in realtà, in molti lo fecero).
Man mano che il campionato proseguiva le prestazioni del giocatore miglioravano a poco a poco. In casa, il calore del pubblico era di grande aiuto per la guardia statunitense che a fine partita correva subito a tuffarsi tra le braccia dei tifosi.
In realtà, però, forse anche a causa di un minutaggio scostante, le performance di Berry erano sempre discontinue e comunque non all’altezza delle aspettative societarie.
La legge dei numeri è spietata e anche se il basket non può (e non deve) affidarsi esclusivamente ad essa è impossibile non tenerne conto. I numeri di Berry non sono alti e il suo contributo alla squadra (per raggiungere l’obiettivo prefissato) non è sufficiente. Così la società ha provveduto.
Ian Miller è il prescelto sostituto. Sono diverse le analogie con Davion. Anche lui americano anche lui giovane rookie classe ’91; l’ex giocatore di Jesi ha, però, frequentato il college alla Florida State.
Al momento Miller è il terzo in classifica per media punti a partita e per punti totali segnati. Un giocatore sicuramente molto efficace nella meta campo offensiva.
La squadra di coach Bechi è tuttora il miglior attacco del campionato, mentre naviga nei bassi fondi per quanto riguarda la difesa. E quello che stona un po’ nel nuovo grande disegno gialloblù è la presenza nel curriculum del nuovo acquisto Miller del primato di palle perse a partita (quasi 5 di media).
Sostituire un giocatore a metà stagione non è mai semplice. Gli equilibri vengono stravolti e bisogna ripartire da zero in tanti aspetti del gioco.
Berry non rappresentava certamente lo stereotipo di americano fuoriclasse che ti cambia la partita. Tuttavia era un discreto difensore e, in una qualsiasi altra squadra di questo campionato meno ambiziosa di Torino si sarebbe distinto e sarebbe potuto maturare più velocemente.
Miller, invece, è un vero e proprio giocatore made in U.S.A. con tanti punti in mano desideroso di attaccare il canestro.
Solo il tempo potrà dire se la scelta ai vertici societari è stata quella vincente.
Nel frattempo ci si può solo augurare che questa brand new PMS trovi presto la chimica necessaria per esprimere al meglio le sue potenzialità. Sperando che i tanti (forse troppi) ritocchi, come molto spesso accade alle belle donne che mirano alla perfezione, non la rendano solo la caricatura di se stessa.