Se qualcuno la incontrasse per strada e le chiedesse che sport fa rimarrebbe decisamente stupito dalla risposta. A prima vista, infatti, questa ragazza classe ‘89 di 1 metro e 68 per poco più di 50 kg sembrerebbe tutto fuorché una giocatrice di basket. Ma Paola, anzi “Paolina” Montanaro non è una semplice giocatrice di basket. Considerata il miglior playmaker del Piemonte, il suo ball handling, l’arresto e tiro e l’innata agilità sono conosciuti in tutta Italia. E, se si dà una veloce occhiata al suo curriculum cestistico, si capisce facilmente il perché.
A soli 13 anni conquista con la Pallacanestro Torino uno scudetto nel campionato BAM ed è top scorer della finale. Nei due anni successivi diventa il primo play della squadra regionale del Piemonte e viene convocata dalla nazionale U16 con cui partecipa ad un campionato europeo. A 15 anni esordisce con la prima squadra della sua società in serie B e diventa quasi subito giocatrice da quintetto base. E in quella compagine si trova talmente bene che decide di rimanerci anche quando da altre città (e soprattutto da altre categorie) iniziano ad arrivare chiamate. “Volevo rimanere a Torino. Volevo rimanere nella mia società perché quel gruppo era meraviglioso e mi sono sempre trovata benissimo” . Invece di andare a giocare in un’altra città in una serie più alta, decide di far salire la propria di squadra e, nella stagione 2010/2011, la Pallacanestro Torino ottiene la promozione in serie A2. E la play torinese viene insignita del titolo di “miglior giocatrice del campionato” .
Dopo che però, l’anno dopo, la società retrocede in A3, Paola Montanaro decide per la prima volta di lasciare il nido e provare un’esperienza fuori. Sbarca a La Spezia, sempre in A2, e di nuovo lascia il segno conquistando con le sue compagne un’inaspettata promozione in A1. Nel frattempo la sua squadra storica riesce a riagguantare il passaggio nella categoria più alta e lei decide che è ora di tornare a casa. “L’esperienza a La Spezia è stata bellissima, ma stava diventando troppo impegnativo. Poi mi mancavano le mie compagne e volevo tornare a casa”.
A casa ci torna e la stagione si rivela un’autentica sorpresa. Il campionato non parte benissimo ma, alla fine della prima fase, la Piramis Torino ottiene l’accesso alla Poule Promozione Nord (partendo da ultima in classifica). Tutto il resto è storia. Montanaro e compagne vincono quasi tutte le partite e accedono alle semifinali playoff contro un agguerritissimo Geas Sesto San Giovanni. “Quest’anno è stata una stagione assolutamente mitica. Io non ho mai creduto, come altri dicevano, che eravamo una squadra che doveva pensare solo a salvarsi. Secondo me noi eravamo in grado di fare un campionato buono e piazzarci a metà classifica. Certo, mai mi sarei aspettata di arrivare fino alla fine… ad un passo da un sogno”.
Basta gara 2 per arrivare in finale ma, proprio durante quel match di fondamentale importanza, il play torinese si infortuna al ginocchio ed è costretto ad uscire. Lesione del crociato, campionato finito. “È stato un dolore atroce. Più che per il dolore fisico la sofferenza derivava dalla consapevolezza di non poter più stare in campo con le mie amiche, compagne. Non sono neanche potuta andare a vedere gara1 delle finali a Trieste” (Paola Montanaro è stata operata il 22 aprile e la partita è stata disputata il 26, n.d.r.).
La prima partita delle finali è stata vinta dalla compagine triestina ma il 30 aprile si disputerà gara2 e la Piramis Torino cercherà la vendetta. Anche se non sarà facile senza il suo play titolare. “Onestamente non so se l’esito di gara 1 sarebbe stato diverso se ci fossi stata io. Non c’è dubbio che la mia assenza cambia del tutto gli equilibri delle gare. Ma le mie compagne hanno già dimostrato di potercela fare benissimo anche senza di me. In gara 2 delle semifinali, mi sono fatta male ad inizio partita e loro hanno fatto un partitone. Sono certa che mercoledì potranno fare lo stesso. Io ci credo. Possiamo davvero vincere”.
PIRAMIS TORINO- CALLIGARIS TRIESTINA
GARA 2 FINALI PLAYOFF, mercoledì 30 aprile, ore 21.00 al Pala Einaudi di Moncalieri