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Battesimi adulti in Nepal, Francia e Spagna

Creato il 26 maggio 2013 da Uccronline

Battesimi adulti in Nepal, Francia e SpagnaLa Pasqua di quest'anno ha portato con se molti frutti inaspettati. Oltre 20 catecumeni nepalesi sono stati battezzati nelle varie parrocchie del Paese durante la Veglia della notte di Pasqua e così anche in Francia e in Spagna come in altre parti del mondo. Questo è un fenomeno che colpisce soprattutto se si considera che i neocristiani sono tutti adulti.

Secondo uno dei catechisti in Nepal, ci sono ogni anno circa 30-40 conversioni, che sono aumentate dal 2006 in poi, quando, con la caduta della monarchia induista, si è venuto a creare un clima favorevole che ha consentito la libertà di culto e anche la libera professione in pubblico, contemporaneamente con il tramonto delle ideologie maoista e comunista. Da allora, molti giovani hanno iniziato a considerare la Bibbia parte fondamentale della propria formazione.

Alcuni di loro commentano: "Dio ci ha donato la grazia del suo amore, abbiamo dato un significato nuovo alla nostra vita e serviremo la società e la Chiesa". Tuttavia questo fenomeno lascia molto stupore per chi vede il cristianesimo nei limiti delineati dall'abitudine, soprattutto se si considera il fenomeno come segno di una Chiesa ancora viva, che a sua volta è segno di Cristo risorto.

Un aiuto a capire meglio il fenomeno arriva appunto da Papa Francesco che in una delle sue dice:
"la prima predicazione degli Apostoli a Gerusalemme riempì la città della notizia che Gesù era veramente risorto, secondo le Scritture, ed era il Messia annunciato dai Profeti. I sommi sacerdoti e i capi della città cercarono di stroncare sul nascere la comunità dei credenti in Cristo e fecero imprigionare gli Apostoli, ordinando loro di non insegnare più nel suo nome. Ma Pietro e gli altri Undici risposero: "Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù ... lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore... E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo" (At 5,29-32). Allora fecero flagellare gli Apostoli e comandarono loro nuovamente di non parlare più nel nome di Gesù. Ed essi se ne andarono, così dice la Scrittura, "lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù" (v. 41).

Già in questo primo commento si evidenzia l'eccezionalità del fenomeno cristiano che riscontra sempre, già sul nascere, le sue prime avversità. Tuttavia queste avversità vengono infatti viste, non più come tali, ma come occasioni per poter riconoscere qualcosa di veramente desiderabile nella vita. Continua infatti il Papa concentrando l'attenzione su una domanda: "Dove trovavano i primi discepoli la forza per questa loro testimonianza? Non solo: da dove venivano loro la gioia e il coraggio dell'annuncio, malgrado gli ostacoli e le violenze? Non dimentichiamo che gli Apostoli erano persone semplici, non erano scribi, dottori della legge, né appartenenti alla classe sacerdotale. Come hanno potuto, con i loro limiti e avversati dalle autorità, riempire Gerusalemme con il loro insegnamento (cfrAt 5,28)? E' chiaro che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l'azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto. Il Signore che era con loro e lo Spirito che li spingeva alla predicazione spiega questo fatto straordinario. La loro fede si basava su un'esperienza così forte e personale di Cristo morto e risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro di seguire le orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniando con la vita. [...] Questa storia della prima comunità cristiana ci dice una cosa molto importante, che vale per la Chiesa di tutti i tempi, anche per noi: quando una persona conosce veramente Gesù Cristo e crede in Lui, sperimenta la sua presenza nella vita e la forza della sua Risurrezione, e non può fare a meno di comunicare questa esperienza. E se questa persona incontra incomprensioni o avversità, si comporta come Gesù nella sua Passione: risponde con l'amore e con la forza della verità".

Sarebbe impossibile che un fatto accaduto più di duemila anni fa possa ancora portare con se tutto il carisma con cui è nato, se non fosse per il fatto che Chi lo ha generato c'è ancora oggi.

Lorenzo Bartolacci

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