Lucia Annunziata, uno dei pochi direttori di un giornale che continua ostinatamente a non avere neppure un account Twitter, a due anni dalla nascita di HuffPost Italia ha pubblicato un articolo auto-celebrativo in cui parla degli strabilianti successi della testata da lei diretta dall’esordio ad oggi.
Mi sono preso il tempo per fare un minimo di fact checking rispetto a quanto dichiara l’Annunziata.
1 Abbiamo 250mila fan su Facebook e 180mila follower su Twitter, con un engagement della community che sfiora il 50% della base fan, uno dei più alti del settore.
Utilizzando Fanpage Karma [se non lo conoscete è l’occasione buona per] ho verificato che il tasso di engagement della pagina Facebook del quotidiano si attesta al 5.9% ed il livello medio di interazione sui post [la “bellezza” di 40/die] è dello 0.1%. Attraverso Twitonomy ho verificato che dal 19 luglio al 27 settembre l’account Twitter ha retwittato 26 volte [1% del totale dei tweet], ha risposto — reply — 10 volte ed ha menzionato 91 volte un account che non fosse il proprio [21 delle quali per Matteo Renzi] su un totale di 3200 tweet effettuati nel periodo preso in considerazione.
Non mi appaiono esattamente livelli di interazione, di engagement, stratosferici come dichiarato. In caso di dubbi al riguardo basta consultare la ricerca di «Innova et Bella» su i Facebook Top Newspapers 2014 che infatti neppure nomina HuffPost Italia, anche se probabilmente, cercando di decodificare, l’Annunziata in realtà si riferisce alla reach, alla portata della pagina Facebook, quando parla del “50% della base fan”. Come si dice a Milano, Offelee, fa el tò mestee [Pasticciere, fa’ il tuo mestiere].
2 Grande il successo del traffico da mobile che ormai è pari al 51% del totale.
E sono in effetti proprio I social network, i motori di ricerca e la crescita sul mobile ad aver cambiato le fonti del nostro traffico. La finestra su Repubblica.it, che è stata fondamentale nel lancio di questa nostra testata, fornisce oggi solo un terzo dei nostri accessi.
Un terzo degli accessi — pari a circa 60mila utenti unici nel giorno medio — non sono esattamente bruscolini. Anzi sono per l’esattezza la seconda fonte di traffico dopo i social [97% Facebook]. Un peso, quello di Repubblica.it, che va ben oltre le visite dirette e le visite da motori dei ricerca come mostra il grafico sottostante.
Gli accesi da mobile, secondo Audiweb, sono il 32%. Complessivamente la fortissima dipendenza da Repubblica.it e dai social indicano un basso tasso di fedeltà alla testata.
3 Questa tendenza positiva si riflette anche sui conti economici. Chiuderemo il 2014 con un incremento dei ricavi del 19 per cento.
«L’Huffington Post Italia» nel suo primo anno di vita ha realizzato meno di un milione di euro di ricavi ed altrettanti di perdite. Per l’esattezza 815mila euro di ricavi e 847mila euro di perdite. Il 19% di crescita dei ricavi è pari a 154mila euro. A prescindere dal non trascurabile fatto che se le perdite hanno seguito lo stesso andamento i conti della testata restano in rosso, sinceramente 154mila euro di fatturato pubblicitario in più non mi sembrano un risultato strabiliante per una testata con le ambizioni [ed il sostegno] di cui gode — di HuffPost Italia.
Batti, batti le manine…
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