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Battlestar Galactica, 5 motivi per amare la serie di Ronald D. Moore

Creato il 18 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

18 gennaio 2014 • Serie TV, Vetrina Cinema, Vita da Cult

5 motivi per cui amare Battlestar Galactica 

Battlestar Galactica è una tra le serie di fantascienza più belle degli anni 2000. Fu Ronald D. Moore (ora a lavoro su Helix) che nel 2003 riuscì a portare sul piccolo schermo questa serie tv intensa, emozionante, con attori in completo stato di grazia, una vicenda con risvolti mai banali ed effetti speciali piuttosto all’avanguardia per un prodotto destinato al mercato televisivo. C’è da dire che Battlestar Galactica è un reboot ben riuscito di una serie che a cavallo tra gli anni ’70 ed gli anni ’80, ha fatto molto parlare di se, anche se gli ascolti non hanno mai brillato. Creata da Glen A. Larson e trasmessa all’epoca sulla ABC per un totali due stagioni, il progetto di ridare vita al franchise, prima passò nelle mani di Bryan Singer ma solo la mente geniale di Moore riuscì a portare a termine l’impresa quasi titanica. Ci fu prima una miniserie tv che fungeva da episodio pilota e visto l’enorme successo ottenuto, la serie è continuata per 4 anni sulle rete Sy-Fy Channel, arricchendosi con episodi speciali trasmessi solo sul web, film tv, un merchandising sconfinato, spin-off/prequel e chi più ne più ne metta.

Il cast principale di Battlestar Galactica

Il cast principale di Battlestar Galactica

Ma cosa racconta la serie tv? Dopo più di quarant’anni di onorato servizio, la Base stellare Galactica sta per essere messa a riposo e trasformata in un museo. La cerimonia commemorativa, prima dello smantellamento, è affidata al suo Comandante, William Adamo ( Edward James Olmos)  e sono attesi numerosi ospiti, tra cui il sottosegretario all’istruzione delle Dodici Colonie di Kobol, Laura Roslin (Mary McDonnell), ed il figlio del Comandante, Lee Adamo (Jamie Bamber), che ritiene il padre responsabile della morte del fratello Zak durante una missione di volo di addestramento. A poche ore dalla cerimonia i militari della Galactica sono costretti a tornare in servizio attivo quando i Cyloni attaccano improvvisamente con armi nucleari le Dodici Colonie, sterminandone la popolazione. Usando le informazioni che il Cylone umanoide Numero Sei (Tricia Helfer)  ha ottenuto dal suo amante, il famoso scienziato Gaius Baltar (James Callis), i Cyloni sono riusciti a disattivare il sistema di difesa delle Colonie.

Questo è solamente l’incipit della vicenda che abbraccia un lungo arco narrativo fatto di guerra, amori, tradimenti, patti scellerati, diatribe religiose, qualche caduta di stile, personaggi che muoiono ed altri che sopravvivono, il tutto per raccontare un viaggio alla ricerca della tredicesima colonia,la Terra, e sperare di concludere così la guerra contro questi esseri spietati. Quali saranno dunque i 5 motivi fondamentali che ti fanno amare Battlestar Galactica?

Gaius Baltar ed il Cylone Numero sei

Gaius Baltar ed il Cylone Numero sei

5. E’ una serie dalle tante chiavi di lettura, non fruibile a tutti e dedicata ad uno spettatore che ama la fantascienza che fa pensare. Battlestar Galactica va amata quindi per i suoi lunghi monologhi, per una vicenda intrisa di pathos, perché essenzialmente ha cambiato il volto allo sci-fi televisivo.

4. Può un remake/reboot superare in grazia e bellezza l’originale? A quanto pare Battlestar Galactica è riuscita dove altri hanno fallito. Grazie ad un bagaglio culturale sconfinato, il creatore ha dato vita un’opera pop incredibilmente forte che fa volare in alto la nostra fantasia.

3. Seppur gli attori della serie, all’epoca della trasmissione, non erano sulla cresta dell’onda, successivamente hanno avuto fortuna in film e serie tv. Jamie Bamber ha preso parte ad un episodio di  Dollhouse ed alla versione inglese di Law & Order, mentre Tricia Helfer ha partecipato a The Firm ed ora è in Killer Women. Senza dimenticare il sexy Tamhon Pinkett che ha preso parte a svariati film (in veste di attore secondario) senza dimenticare la sua comparsata in Dollhouse.

2.La religione era il tema portante della serie. Battlestar Galactica infatti, più che una cronaca dissacrante di una lotta alla sopravvivenza, era un racconto sulla religione e sulla filosofia di una generazione umana e robotica, che voleva raggiungere il livello più alto della conoscenza.

1. Seppur il finale di serie ha diviso molto i fan, tutti siamo consapevoli che sul piccolo schermo non potremo mai più vedere una produzione di questa profondità. Sarà pure un motivo futile, ma Battlestar Galactica va amata perché è una serie che va ben oltre il concetto di fantascienza.

Piccola nota: La serie ha avuto due sfortunati spin-off. Uno era Caprica cancellato dopo 18 episodi ed una sola stagione che raccontava la genesi dei malvagi Cyloni, mentre l’altro era Blood & Chrome. Il pilot di 90 minuti prima è arrivato sotto forma di web-serie e solo successivamente nel mercato home video. Ritenuto poco all’altezza, la trama raccontava la giovinezza di William Adamo durante la prima guerra contro i Cyloni.

di Carlo Lanna per Oggialcinema.net 

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