Bavarese alle pesche ed amaretti. Eccì!!!!

Da Pamirilla


Piove. L’estate è finita. E allora?
Mi farò venire crisi di identità per questo? Certo che no.
Cederò a malinconiche visioni sulla caducità della vita? Giammai.
Adotterò più sani e ragionevoli consigli? Seee, figurati.


Aspetto che spiove, prendo il mio ombrello cinese da due “euri” e vado. Perché io sono un tipo ottimista e so che dopo la pioggia viene sempre il sole. E non rinuncio per tanto poco alla mia camminata “campi e vigne”.
Infatti arrivo “a meta”, 4 km dal paese, terzo cipresso a destra, a sinistra la Premiata Gelateria Artigianale Vetus: faccio dietro front.
È un po’ nero ma non piove.
Pioviccica.
Ora piove.
Diluvia.
Ma io ho il mio enorme ombrello cinese e tra poco smetterà di sicuro.
Di sicuro….
Sic…….


Quando sono già zuppa prego perché passi qualcuno e mi raccatti, non è proprio disperazione anche se somiglia. Non è pessimismo ma le scarpe sono gonfie d’acqua. Passa veloce una micra bianca ripiena di una cretina ossigenata e occhialuta che…no non potrebbe bagnarmi di più di quanto non sia già ma se non rallentasse potrebbe lanciarmi addosso un’onda anomala. E infatti…

Ari-sich.

La temperatura è scesa vertiginosamente e si attacca ai miei vestiti zuppi. Mentre cerco di calcolare quanto tempo mi resta da vivere prima di restare assiderata passa un’altra macchina. Blu. Strombazza e qualcuno mi fa ciao, ciao con la manina. E prosegue oltre!!!!

Non ci posso credere! Ma che amici ho?!?!?!!!!

Per fortuna dopo essermi sbracciata e aver gridato “Fermati, fermati” si ferma. E mi raccoglie dalla strada come una mela “fracica”. “Ti avrei lasciato lì” mi dice. La voce dolce come miele ed un lampo di puro sadismo negli occhi.
Quando arriviamo in paese piove ancora un poco. Ci separiamo per raggiungere ognuno casa sua e dalla salitella che si arrampica al suo portone lui mi saluta ancora una volta e ribadisce (ce n’era bisogno?): “Io ti avrei lasciata lì”.
“Lo so” rispondo io.

Ognuno ha gli amici che si merita.

Ma dopo la pioggia torna sempre il sole e per fortuna l’indomani mattina c’è Giovanni (il fruttivendolo) che mi accoglie come sempre con grandi sorrisi e mi fa spudoratamente saltare avanti alla fila (occhialuta ossigenata compresa, tiè), poi c’è Stefano che mi fa lasciare la spesa dov’è e mi porta a pranzo fuori perché, dice, sono troppo raffreddata per cucinare. Marco in piazza mi ferma per pochi minuti, mi fa ridere ogni volta che apre bocca, mi regala un pacchetto di klinex e alla fine mi fa qualche complimento assurdo e se ne va e infine Massimo che stavolta ha finalmente trovato il coraggio di avvicinarmi e rivolgermi la parola e sembra non accorgersi che ho una strana voce nasale.
Il paese è piccolo….la gente mormorerà, penso. E starnutisco immaginando occhi dietro le persiane.
Beh, bisogna accatastare legna e chiacchiere accanto al camino, presto le giornate saranno noiose e lunghe, sotto la pioggia.

Già, la pioggia. Cercherò di scegliere bene i miei amici!

Bene, ora quelli che si divertono a leggere i miei sciocchi racconti cerchino pure di indovinare i dettagli veri e quelli inventati. Per chi invece vuole dedicarsi alle cose serie ricetta mooolto seria, lunghetta ma non impegnativa. Con le ultime pesche della stagione, buonissime, che mi ha dato Giovanni (non state lì a mormorare: è un simpatico, arzillo settantenne!) ecco a voi, uno splendido, vellutatissimo bavarese di fine estate.
Eccì!!!



Bavarese pesche ed amaretto

Per una torta di circa 25cm di diametro

Per il bavarese
4 dl. di panna
4 dl di Latte
3 tuorli
200g di zucchero
18g. di colla di pesce
Vaniglia in polvere

Per la dacquoise
140g di albume
45g di zucchero
240g di TPT (metà zucchero e metà farina di mandorle miscelati)
Utilizzate un 10% di mandorle amare

Per le pesche al vapore
4/5 pesche sode e dolci, meglio quelle gialle
80g di zucchero
40g di burro
Mezza bacca di vaniglia

Procedimento

Le pesche. Tagliate le pesche a fettine spesse circa ½ cm, mescolate bene con burro, zucchero e vaniglia in un tegame. Sigillate con un foglio di alluminio e cuocete a fuoco bassissimo per circa 25minuti senza aprire il sigillo fino a fine cottura.
La dacquoise. Montate le chiare e quando cominciano a formare la schiuma aggiungete in più riprese lo zucchero. Ottenuta una montatura a neve mescolate con il TPT ed amalgamate bene con una frusta.
TRUCCO per farvi la vita più semplice: la dacquoise vi serve per fare il disco su cui poggerà la torta. Cuocete la massa in uno stampo a cerniera che poi utilizzerete anche per montare la torta. Versate la massa ad un‘altezza di circa 2 cm e livellate con una spatola. Cuocete a 180° per circa 20 minuti. Non vi spaventate per l’aspetto orrido, è la base e non si vede! L’importante sono il sapore e la consistenza.
Sennò impiccatevi con la sac a poche come fa Montarsino (voi avete la manualità di Montarsino?).
TRUCCO 2, non comprate gli amaretti: Stendete la restante dacquoise su carta da forno e cuocete a 180° finchè non prende un colore dorato (cioè deve essere più cotta della base che resterà invece abbastanza morbida). Quando il “biscotto” sarà freddo e duro potete sbriciolarlo ed utilizzarlo per il ripieno. Il sapore è quello dell’amaretto, la consistenza più umida sarà perfetta all’interno del bavarese dove ritroverà morbidezza. Applauso. Grazie.
Bavarese. Per la base bavarese montate i tuorli con lo zucchero, versate a filo il latte portato ad ebollizione con la vaniglia. Sempre battendo con la frusta rimettete sul fuoco finchè la crema non torna ad ebollizione.
Unite la colla ammollata e strizzata e quando la crema avrà raggiunto la temperatura ambiente amalgamate la panna montata.

Montate il dolce.
Foderate lo stampo a cerniera utilizzato prima con carta forno unta di burro. Adagiate sul fondo il disco di dacquoise. Mescolate nella crema bavarese l’amaretto sbriciolato e parte delle pesche cotte al vapore tagliate a piccole striscette. Versate l’impasto sulla base e mettete tutto in frigorifero per almeno quattro ore.
Decorate la torta con le fettine di pesca e glassate con la salsa di cottura. Decorate.
Nella foto non si vede la decorazione finita perché ho completato la torta in loco: era per una festa per le nozze d’argento e non volevo si rovinassero i decori. Ho utilizzato piccoli amaretti, fili di zucchero e cialdine alle mandorle. Voi metteteci la vostra fantasia!


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