Il 19 e il 20 settembre, la Casa degli Atellani di Milano, ha ospitato una mostra unica nel suo genere: Beauty in Wonderland. Un evento ideato da Vogue Italia e P&G Prestige. Una viaggio magico all’interno di un giardino incantato fatto di fiori, colori e profumi. È stata Elena Borghi, artista e scenografa, ad infondere magia e incanto al luogo realizzando un giardino fatto di fiori di carta che spuntano fuori da grandi libri.
Chiacchierando con Elena, ho capito che dietro installazioni così suggestive ci sono giorni di intenso lavoro introspettivo e manuale. Ecco come ha risposto alle mie domande:
Dove hai trovato l’ispirazione per creare un “giardino di carta”?
“Vogue mi ha contattata comunicandomi il brief: Beauty in Wonderland. Mi hanno chiesto di realizzare dei libri dai quali uscissero dei fiori di carta tridimensionali. Da questo concept è iniziato il mio viaggio fatto di esperienze, persone, sapori, profumi, sentimenti ed emozioni. Ho pensato al fiore che con grande sforzo buca le parole, a volte dure come l’asfalto (qui rappresentate dal libro). E lui, il fiore, le buca, s’insinua, grintoso germoglio di carta che la vita se la sa dare da solo.”
Quanto lavoro c’è dietro alle sculture che hai realizzato per l’evento?
“Il lavoro è stato confermato il 27 agosto e la consegna è stata il 18 settembre. Ho lavorato 16 ore al giorno. Per una settimana sono stata aiutata da due mie collaboratrici. Ho elaborato i prototipi dei fiori in 32 ore tra un sabato e una domenica di intenso trip!”
Quali materiali hai utilizzato?
“Tutti i fiori sono fatti in carta da parati della quale ho scelto, foglia per foglia, petalo per petalo, quali parti utilizzare. Nessuna scelta è dettata dal caso. Nel mio lavoro ci vuole molto metodo e disciplina. Eppure, in qualche maniera, io sono regolata dal caso nel senso che “sento” il lavoro, le mie mani fanno, ho chiaro in testa il risultato che già vedo prima di cominciare ma lo scopro ogni volta. Come ho sentito dire a un grande maestro dell’artigianalità di qualità, Pierluigi Ghianda: “Ogni materiale, anche il più povero, assume valore se viene lavorato bene”. Così è anche per me.”
Avevi già realizzato sculture in papercraft?
“Sono scenografa e quindi la mia propensione è utilizzare materiali diversi a seconda dell’allestimento che devo interpretare. Perciò passo da bidimensione (con l’illustrazione su qualunque superficie) alla tridimensione (con materiali più diversi). La carta è un materiale che amo moltissimo tanto che la mia prima personale “MON ArMOUR” del 2011 era formata da un Drago e armature vestito interamente realizzati in carta. Amo la ripetizione del gesto, la lentezza insita nel papercraft. Però non chiedetemi di ripetere il gesto all’infinito. Sono un’artigiana, non un’industria. Quindi la mia sete è quella di avere sempre stimoli nuovi di crescita.”
Photo by Elena Datrino photographer
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