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Beffa all'italiana (1/2)

Creato il 01 maggio 2011 da Verymuch

Beffa all'italiana (1/2) PDF Stampa E-mail

Scritto da Gabriella Gliozzi   

Domenica 01 Maggio 2011 09:04

Beffa all'italiana (1/2)

Ci sono pochi economi in Italia. Nel Belpaese è facile imbattersi in discussioni da bar, che siano attinenti alla politica, al calcio o al lavoro. E’ tuttavia pressoché impossibile sentir parlare qualcuno della borsa, del mercato azionario, del valore della moneta. Eppure con l’entrata in vigore dell’Euro sembrava che le nostre coscienze fossero pronte a svegliarsi, probabilmente a causa della riluttanza con cui i più l’hanno accolto.

Tutte le fatiche che i Paesi Comunitari aderenti hanno sostenuto per il passaggio alla moneta unica avrebbero dovuto esser ripagate in breve tempo: rappresentava la svolta, il primo passo verso il futuro.

Tuttavia già dopo pochi mesi dalla sua nascita l’Euro ha dimostrato tutta la sua reale debolezza. E negli anni l’Europa ha assistito a continue oscillazioni e a relativi crolli del suo valore. La delusione era tanta e tutti i politici italiani, Amato per primo, si affrettarono a garantire che tale debolezza era dovuta alla sua momentanea ‘virtualità’.

In sostanza l’Euro nell’immaginario economico mondiale non esisteva.

Ci voleva chiaramente del tempo perché il mercato non lo rigettasse, come se si trattasse di un organo impiantato in un corpo che non lo voleva. Bisognava dunque attendere che diventasse una moneta di circolazione. In realtà la scelta di passare all’Euro, che un tempo doveva chiamarsi ECU, è stato

uno dei più grandi errori storici del nostro Paese, almeno a livello economico.

Dal 2001 al 2011 si è registrato un aumento dei prezzi del 22,9% e nelle regioni del Sud la situazione è decisamente critica. L’Euro, infatti, ha favorito l’aumento dell’inflazione. Certo, il carovita in regioni quali Campania, Puglia, Sicilia e Calabria è decisamente inferiore a quello di Toscana, Lazio, Lombardia e Veneto, ma l’arrivo della nuova moneta ha favorito i commercianti, che ne hanno approfittato per quadruplicare i prezzi. I rincari maggiori si sono registrati nei generi di prima necessità come la farina, ma anche per quelli più richiesti come le bevande alcoliche e il tabacco e a livello nazionale l’incremento dei prezzi sfiora il 54,2%.

Cosa significa? Che qualsiasi cosa si compri o sia stata comprata dal 2001 in poi è stata o verrà pagata due volte in più rispetto al suo valore originario.

Questo sarebbe anche tollerabile in una Nazione che garantisca al cittadino un lavoro ben retribuito e degli sbocchi lavorativi che lo accompagnino per tutta la durata della sua vita. In realtà così non è: non solo in Italia è quasi impossibile pensare di trovare un’occupazione, ma i crolli monetari si susseguono anno dopo anno senza che si trovi alcuna soluzione per limitare i danni. Il grande passo verso la modernità si chiamava Euro, quello verso un sistema economico che FUNZIONI lo stiamo ancora aspettando. Lo Stato si sta impunemente prendendo gioco di noi? E noi ne siamo consapevoli?

(CONTINUA...)


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