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Before Midnight - Prima della fugacità
Creato il 20 novembre 2014 da Valentina Orsini @Valent1naOrs1n1Alcuni film funzionano solo se visti sotto la luce della loro palese finzionalità. L'assurdo eppure così ovvio non collimare con la realtà, la consapevole abitudine che tutti abbiamo, o almeno dovremmo, a tracciare un confine tra la nostra vita e lo schermo.
Quando vedo film come Before Midnight, torno a rifletterci, mi ci spremo fino a non poterne più. E il risultato è evidente e netto, come il rumore dei tasti in questo momento violentati dalle mie dita. Mi fanno incazzare quei film che si spacciano per realistici, drammi veri - ma veri cosa? Al di là della trilogia che può riuscire o meno, soprattutto in funzione di un genere a metà tra il dramma e il romance dal sapore teatrale, ma lo sfarzo e l'abbellimento di una sceneggiatura (che lo è, è brillante, piena di ironia, di sofferenza, di sentimenti a un passo dal baratro), non fanno la vita vera. Non sarà mai così, almeno così non sarà, finché più nessuna donna affidi il proprio futuro all'idea di una vita da concepire in un "noi". In una cosa sola, nella fugacità dei ricordi che proiettano il volto del compianto marito morto dopo settant'anni di matrimonio, che svanisce dietro le nuvole, come il tramonto, come l'alba. Ma di cosa parliamo?
La fugacità nell'arte non esiste, tutto rimane in eterno. Nella vita vera invece ogni cosa è condannata alla fugacità.
L'uomo non può credere ancora nell'ideale della donna remissiva e che scassa i coglioni per la storia del trauma post parto, e non può sentirsi infelice e martire a causa delle sue fisiologiche/antropologiche inettitudini. E la donna, noi donne, dobbiamo smetterla di credere che prima o poi arrivi l'uomo dal futuro, che ha la macchina del tempo in camera sua, e che ci ascolti come fosse il suo unico scopo, e che ci capisca, come fosse venuto al mondo per non fare altro. No, no non è così e non lo sarà mai. (La passeggiata più lunga con un uomo, che sappiamo ricordare, è quella che va dal nostro portone alla sua macchina, o lato est - lato ovest del centro commerciale e non si parlava, piuttosto si aggiornavano status su facebook).La finzione cinematografica è affascinante e allo stesso tempo dannosa. Quegli scambi tanto seducenti e pieni di vita e quella voglia di capirsi a vicenda, nella realtà spariscono. La realtà e l'arte sono per natura incompatibili. Il silenzio e la pigrizia, nella vita reale, invadono lo schermo.E quasi sempre, quando si viene colti da un' improvvisa forza e voglia di fare, di correre verso l'altro/a, è troppo tardi.
-Fine.
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