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Belgio, la banalizzazione come risposta frettolosa ad una vera domanda

Creato il 16 febbraio 2014 da Associazioneart
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Non ancora!

Una legge che rischia di aprire la porta ad ogni abuso e di giustificare legalmente eventuali omicidi. Una parola troppo forte? Eutanasia significa “dare la morte”. Non esiste eutanasia passiva. O è eutanasia o non lo è.

Legalizzare, come fa il Belgio, l’eutanasia dei bambini affetti da malattie inguaribili, a qualsiasi età, anche con condizioni rigorosamente definite (inguaribilità del paziente, accordo dell’interessato, consenso dei genitori, consulenza dello psicologo, ecc.) indica riconoscere il diritto di uccidere un bambino.

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Il bambino si aspetta dai curanti aiuto, protezione, amore


L’accesso alle cure palliative
è un “Diritto Umano”,
per tutti, adulti e bambini

Recentemente, l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, in uno studio globale pubblicato insieme all’Alleanza mondiale per le cure palliative (WPCA), a Londra, ha affermato che su 10 persone che necessitano di cure palliative, solo 1 le riceve effettivamente. Per l’OMS, l’accesso alle cure palliative è un “Diritto Umano”. Osserva però che nel mondo ogni anno, 20 milioni di pazienti in fase terminale, hanno bisogno di cure palliative. Tra essi il 6% sono bambini. L’OMS non ha mai affermato  che questi 20 milioni di persone, adulti e bambini, necessitassero di essere uccisi, ma curati!

Argomenti assurdi per giustificare
l’eutanasia di bambini

Guardiamo insieme le giustificazioni di chi difende la legge per l’eutanasia ai bambini. I bambini devono avere capacità di discernimento ed essere lucidi al momento della decisione. Devono anche essere in una situazione medica disperata capace di provocare la morte a breve termine. E’obbligatorio essere seguiti da medici e psichiatri e obbligatorio è anche l’accordo dei genitori. Argomenti totalmente assurdi.

Come può un bambino esercitare una propria “capacità di discernimento” ed avere “lucidità al momento della decisione”? Ho sentito una avvocatessa belga in un’intervista alla TV francese BFMTV affermare la maturità superiore dei bambini in relazione all’adulto in tale situazione. Davanti a questo tipo di affermazioni, è lecito porsi delle domande sull’irresponsabilità di certe persone.

Nella mia attività professionale e di volontariato, ho conosciuto alcuni bambini vicini alla morte. Dimostrano di avere un rapporto più equilibrato e naturale con la fine della vita. La canadese, Lise Thouin, nel suo libro “Palla di sogno” ne testimonia lungamente. I bambini sanno ed accettano, capiscono e comunicano con un’Altra Dimensione che permette loro di entrare nell’accettazione. Spesso sono loro stessi ad aiutare i propri cari a lasciarli andare, ma questo non ha niente a che vedere con una pseudo “capacità di discernimento” che servirebbe solo ad “alleggerire” la coscienza delle autorità amministrative da ogni scupolo.

Quando il senatore Philippe Mahou, promotore convinto, come lo era già nel 2002 per la legge sull’eutanasia destinata agli adulti, afferma che questa legge rispetta il bene dei bambini “(…), di questi giovani pazienti per i quali non c’è più niente da fare” dimostra che non possiede alcuna conoscenza di quello che sono le cure palliative da mettere in atto quando non esiste più possibilità di guarire. Prendersi cura sempre, quello è il moto dell’approccio palliativista. È la differenza tra il to cure e il to care. Il caring oggi illustra tutte le misure messe in atto per prendersi cura della persona, qualsiasi sia la sua età, nella sua dimensione fisica, emozionale, intellettuale, relazionale, spirituale.

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Non voglio!


Le cure palliative si prendono cura sempre
con competenza, professionalità,
rispetto e amore

Questa non è la sede per analizzare tutte le tecniche e gli strumenti di cui dispongono oggi la terapia del dolore, parte fondamentale della medicina palliativa, e i vari specialisti che compongono un’équipe di cure palliative. Non voglio neanche entrare nella questione dell’appartenenza della vita, e ancora meno in una valutazione delle scelte individuali filosofiche o religiose che riguardano ogni persona. Ricordiamo solo che leggi come quella appena approvata in Belgio, sono inutili e pericolose per tutti.

Chiediamoci qual è la competenza dei senatori e deputati che hanno votato questa legge? Cosa sanno di cure palliative?
Sono mai stati in un hospice dove sono curati malati in fase terminale? Cosa sanno del dolore ? Cosa conoscono della sofferenza psicologica del malato, dei suoi cari, dei curanti? Hanno mai riflettuto sulla loro morte? Che rapporto hanno con il morire? Con il dopo-morte? Sono a conoscenza dei bisogni reali del personale curante, dell’inadeguatezza delle strutture? Sono consapevoli delle difficoltà quotidiane dovute alla mancanza di personale qualificato e di volontari di accompagnamento correttamente preparati?

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Risultati delle votazioni alla legge per l'eutanasia ai minori


La banalizzazione come risposta frettolosa ad una vera domanda

E’ più facile banalizzare i problemi eliminandoli sotto la vergognosa coperta di una legge, che affrontare i veri quesiti. Le statistiche dicono che quando le cure palliative e l’accompagnamento alla fine della vita sono correttamente applicati, la domanda di morte diminuisce.

° Perché i senatori e deputati non si impegnano piuttosto a mettere tutto in opera:
° per garantire una dignitosa qualità di vita fino alla fine,
° per la creazione di hospice,
° per garantire servizi di cure palliative domiciliari,
° per offrire crediti, garanzia e protezione del posto di lavoro ai membri di una famiglia che scelgono di accudire un loro caro, adulto o bambino, a casa?
° Perché non investire nella formazione del personale curante e dei volontari di accompagnamento?
° Perché non finanziare delle campagne informative per diffondere nella popolazione una cultura solidale e per far capire cosa sono le cure palliative? Queste domande sono da porre a tutti gli Stati.

La popolazione belga non si rende ancora molto conto di quello che sta succedendo. Molti universitari, giuristi e professionisti della sanità o anche semplici cittadini cominciano a protestare e a denunciare questi eccessi.

Un sito Internet è stato attivato in Belgio e sta raccogliendo storie, denunce, testimonianze. Molti operatori sanitari, operatori sociali, legali e semplici cittadini lo stanno già utilizzando. Si chiama Eutanasia stop!

Non si tratta di lanciare dei sondaggi senza senso, con delle domande tipo quiz, per sapere se una società è “pro o contro l’eutanasia”. Si tratta di riflettere, di informare, di confrontarsi con umiltà intellettuale e tanto amore, atteggiamento che mi sembra assente in chi ha votato questa legge in Belgio. Le voci si alzano, e non solo in Belgio. Non finisce qui…

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Una volta promulgata, risulta difficile una interpretazione rigorosa delle condizioni legali


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