Noi di Believe it or not non abbiamo dimenticato l’ondata di indignazione che ci scosse, alla notizia dell’ ingiustificata dipartita professionale del povero Bigazzi.
A un anno dall’accaduto, non si può lasciare alle
spalle il fatto, dimenticandolo come l’ennesimo episodio di trash
televisivo. Quando si parla dell’epurazione di Bigazzi dalla rai, sono
in tango principi cardine che regolano l’esistenza di una democrazia;
principi violati.
Libertà
di espressione, prima di tutto. Che cosa ha fatto Bigazzi se non
proporre un piatto tipico di un certa cultura gastronomica, specificando
in aggiunta il particolare contesto storico di riferimento. Dove è il
crimine?
Non
dimentichiamo la libertà di scelta. Per quale motivo occorre sollevare
il gatto da una considerazione culinaria, che interessa qualunque
creatura animale, messa in terra a nostra completa disposizione?
Perché è intelligente, si può dire. Ma non certo meno del maiale!(nella ‘fattoria degli animali’ di Orwell, chi è che comanda?).
Perché è carino e coccoloso? E’ il gentile coniglietto no? Da Levis Carroll a Bugs Bunny è stato il beniamino di intere generazioni!
Perché è contrario alla nostra cultura? Ma chi può permettersi di giudicare le abitudini alimentari di chicchessia?
Convenzioni
arcaiche hanno portato a differenziare il mondo animale tra specie
commestibili e no, secondo principi che possono essere arbitrari e
prescindibili. Tutti quanti però siamo tenuti a rispettarli, per non
incorrere in quelle sanzioni penali previste da una folta
giurisprudenza-che và da ordinanze municipali a convenzioni europee- creata appositamente per tutela sopratutto certe categorie animali.
Il cibo è diventato morbo e mito dei nostri tempi. Dalla mucca pazza all’influenza aviaria, dall’ ‘obesità al bulimia, sono innumerevoli le patologie proprie di un rapporto sempre più problematico. Eppure esiste una soluzione per un approccio molto più semplice e ‘diretto’, ma soprattutto meno invasivo e inquinante. Pensateci, abbiamo sotto il naso una abbondantissima disponibilità di carne di prima scelta, allevata con cura, in modo sostenibile, resa sana da una vita all’aria aperta. Come fermare l’allevamento industriale, l’inquinamento connesso, i dubbi sulla qualità e provenienza? Semplice, mangiamo cani e gatti!! Vogliamo la carne? L’abbiamo dietro casa, e a beneficio del valore dell’animale, possiamo scegliere un sistema indolore e veloce (in rispetto alla legge 281!), senza considerare la soddisfazione di far rinascere le vecchie tradizioni della macellazione casalinga!





