Magazine Diario personale

Bella l’infanzia

Da Giovanecarinaedisoccupata @NonnaSo

Da piccoli si stava con i nonni, i nonni ti crescevano o, se proprio eri fortunato, la mamma era dovuta stare a casa dal lavoro per curarti, era diventata una casalinga disperata, e stavi con lei.

Tutto il giorno, tutti i santi giorni.

bambine-che-giocano

Da piccoli c’erano poche cose da fare, sempre le stesse. Le giornate erano scandite dai piccoli doveri e piaceri quotidiani: giocare, uscire a fare la spesa, il martedì c’era il mercato (dove la mamma ti comprava le patatine fritte mentre passeggiavate), il giovedì il parchetto, poi giocare, pranzo, riposino, sveglia e merenda, giocare, cena, giocare un po’ con il papà che tornava da lavoro, nanna… e dinuovo da capo il giorno dopo.

Da piccoli tutte le cose grandi erano maestose o mostruose, quelle piccole erano insignificanti. La strada era la tua migliore amica, assieme al fango e all’erba con cui giocare, e al tetano cche si ischiaava di prendere ogni due per tre con una sbucciatura del ginocchio, o peggio.

La strada e i cortili erano il nostro regno, i bambini del vicinato la nostra cricca. Ci si suonava il campanello o ci si dava appuntamento tutti all’angolo, e a quella certa ora si arrivava tutti puntuali.

Non c’erano i telefonini ma si era a casa per pranzo e cena sempre in orario, sennò erano botte.

Da piccoli non c’erano ansie. Solo quelle di non prenderle dalla mamma per qualche marachella.

bambini-giocare

Da piccoli tutto ciò che c’era da sapere veniva detto, o cantato, dalla mamma.

Ve la ricordate la filastrocca del battimani? No?

A voi la mamma non cantava mai: “Ero in bottega tichetà che lavoravo tichetà e non pensavo tichetà alla prigione tichetà”?

Ecco, vedete? Già due grosse idee che passano: 1. A una certa età devi essere in bottega a lavorare 2. Alla prigione non ci devi pensare (o si?)

Ma il bello è che poi la canzone continua: “Ma un brutto giorno tichetà la polizia tichetà mi porto via tichetà da casa mia tichetà”..

Aspettate un attimo. Rileggiamo insieme la “filastrocca”.

Ero in bottega – che lavoravo – non pensavo alla prigione – ma arriva la polizia – che mi porta via.

Perché.

Dico io: perché???

Cioè, da piccoli già ci hanno insegnato ad essere evasori fiscali.

Mooolto bene.

Bella l’infanzia. Sapeva un po’ di disoccupazione.. ma più bella.


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