Sinossi
Il film narra la giornata di Cate, una ragazzina di undici anni che sogna di diventare una cantante come Marco Carta e Valerio Scanu (sardi come lei) e della sua migliore amica Luna, nate a tre giorni di distanza, lo stesso mese, dello stesso anno, nella stessa palazzina: la Palma, un agglomerato di case popolari situato alla periferia di Cagliari.
Le due ragazzine ci mostrano una fetta del loro mondo, racchiuso tra problemi familiari, gelati e autobus per andare al mare.
Perché è solo quando nuota che Cate finalmente riesce a dimenticare la sua casa, suo padre, suo fratello, la Palma, Gigi…
Recensione
Bellas Mariposas, a metà strada tra il documentario e l’iperrealismo, il cui regista, Salvatore Mereu, affida il suo lungometraggio ad un narratore onnisciente di eccezione, Cate, una ragazzina semplice e spigliata.
Con i suoi occhi, brillanti e pieni di speranza, Cate ci mostra il suo microcosmo, composto da un brulicare di personaggi, folli ed eccezionali, seppur disperatamente plausibili. Ad esempio i membri della sua famiglia: una sorta di calamita di casi umani. Il padre un fannullone pervertito “che non ha mai lavorato una giornata intera”; la sorella che fa la prostituta; il fratello maggiore, il bulletto del quartiere, che si veste da garibaldino e s’improfuma come una “bagasia”.
La vicina di casa, che ama svegliarsi alle tre del mattino e cantare; il marito di questa, un dj in pensione costretto a portare alla sua signora il vaso da notte o Gigi, l’amico nerd e antipatico che Cate sogna di sposare e al quale tenta ingenuamente di salvare la vita.
A Cate non sfugge niente, li osserva come fossero pesci in un acquario e ce li mostra con un’attenzione disarmante. Conosciamo così i buoni e i cattivi, chi entra e chi esce dalla Palma, le abitudini più personali, le ossessioni, ma soprattutto la noia.
Interessante è la perfezione con cui si sviluppa il racconto, grazie all’unità di tempo, luogo e azione. Degna dei migliori romanzi narrativi, la pellicola risulta pulita e composta.
Infatti a sbrogliare tutti i nodi della vicenda, sarà un deus ex machina di eccezione, una bellissima maga, interpretata da Michaela Ramazzotti, che tra incantesimi e premonizioni regala a Cate il suo meritato happy ending.
É così che grazie alla soggettiva di Cate, il film si colora di magia e sentimenti autentici, dove alle belle farfalle è ancora permesso di sognare.
Alice Coiro