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Bengala story: la mia zuppa di pomodori e curry.

Da Birdin
Bengala story: la mia zuppa di pomodori e curry.
Quando parto con l'immaginazione, poi ci metto un po' a interrompere la corsa di questo treno speciale, diciamo una sorta di oriente-express.
Per questo motivo, vista la potenza evocativa del pepe lungo e delle estremeregioni dell'India, non mi sono fermata e ho continuato a cercare proprio nel Bengala. 
E ho scoperto questa zuppa di pomodoro. Ne ho trovate diverse versioni e tutte, più o meno, richiamano la cucina ayurvedica.
Io non aspiro a tanto, visto il profondo rispetto che nutro per una disciplina antichissima e profonda, e non so quanto, in realtà, le ricette che circolano rispettino davvero questa tradizione. Per questo, quella che propongo qui di seguito è solo una mia personale versione, per quanto davvero squisita!
Come dicevo, non so se un indiano usa in cucina cose come olio d'oliva e burro d'arachidi e immagino che, quando si parla di curry, la polverina gialla che gira da noi non sia proprio la stessa cosa. Tuttavia, se ne abbiamo la possibilità, possiamo sostituire l'olio con il ghee, che non è difficile da trovare sia nei negozi di alimentazione biologica che nei minimarket che gli indiani hanno da tempo cominciato ad aprire anche nei piccoli centri del nostro paese. 
Quando a Terracina aprì il primo alimentari di questo tipo, mi sentivo felice. Per diversi motivi: voleva dire che gli indiani che abitavano nella mia città volevano sentirsi un po' di più a casa loro e con i giusti rifornimenti alimentari potevano mangiare secondo la cucina tradizionale, non rischiando di perderla. In più, io potevo andare a curiosare, potevo comprare il mitico succo di frutta al mango (così buono come ce lo avevano loro, manco al commercio equo e solidale), un buon curry, il riso thai. Per non parlare di cose strane e meravigliose, tipo il Boondi che trovai quella volta in un negozietto di Parma
E sapete? Quel piccolo negozio nella mia città aveva per me il sapore di Londra, era capace di trasformare una piccola città della provincia italiana in un posto un po' più, come dire, collocato nel mondo. E allo stesso tempo mi parlava degli alimentari di quando ero piccola, in cui fare la spesa era un attimo e si stava così stretti che ci si doveva parlare con chi si incontrava.
La zuppa di pomodori è profumata e i profumi anche, sì anche loro, hanno cambiato le nostre città. Così se volete continuare a viaggiare, anche voi come me, con la vostra immaginazione, stasera potreste rivestire la vostra casa del profumo di questa gemma purpurea.
ingredienti
250 g di pomodori maturi
oppure
70 cl di passata di pomodoro 
una cipolla
una carota
1 pezzetto di zenzero fresco
mezzo litro di brodo vegetale
2 cucchiaini colmi di curry madras
2 cucchiai di burro d'arachidi
2 cucchiai di ghee o di olio e.v.o.
una manciata di coriandolo fresco 
Far ammorbidire la cipolla tagliata fine in una pentola coi bordi alti, insieme al ghee o all'olio. Aggiungere i pomodori (io ho usato una passata, perché in casa ho la fortuna di avere quella squisita che prepara la mamma di Tonino), la carota tagliata in pezzi e lo zenzero. Far insaporire un per un paio di minuti, dopo di che versare mezzo litro di brodo vegetale bollente. Lasciare cuocere a fiamma vivace cinque minuti, poi aggiungere il curry e il burro d'arachidi fatti sciogliere in un po' di acqua calda. Abbassare la fiamma e continuare la cottura finché si raggiunge una consistenza morbida. Passare con il minipimer e aggiungere coriandolo fresco. Viste le temperature, servire ben fredda. Ma è una zuppa che si presta bene anche molto calda per scaldarci d'inverno, mentre a temperatura ambiente i sapori vengono quanto mai esaltati. 

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