di ANDREA FUMAGALLI e CRISTINA MORINI
[...]"Oggi l'Agenzia del salvataggio delle banche fa arrivare una nuova richiesta: altri 400-500 miliardi di euro per rendere più solido il mercato creditizio), le politiche dei sacrifici imposte ai poveri hanno l'unico obiettivo di garantire e di assicurare il pagamento degli interessi sul debito e a incrementare ulteriormente il potere della finanziarizzazione sulle nostre vite. Per questo, in tutte le piazze, si lotta per il diritto all'insolvenza, la rinegoziazione e la parziale cancellazione del debito, soprattutto se illegittimo (default controllato), al grido "non un euro alle banche".
In tutti i paesi europei, le politiche di austerity sono volte allo smantellamento dello stato sociale e all'aumento dell'imposizione fiscale, soprattutto tramite tasse regressive (come l'Iva o l'accisa sulla benzina). Noi, di contro, chiediamo e pretendiamo un nuovo welfare, reddito di base incondizionato e accesso ai beni comuni materiali e immateriali, in primo luogo libertà di circolazione dei migranti e il sapere libero contro i diritti di proprietà intellettuale.
In tutti i paesi europei, si varano riforme previdenziali a favore di una privatizzazione dei sistemi pensionistici, con l'aumento dell'età pensionabile, per fare "cassa". E parallelamente, con una manovra a tenaglia, s'interviene sul mercato del lavoro, aumentandone la precarizzazione, il ricatto, la subalternità, riducendo sempre più i pochi diritti oggi esistenti. Noi rispondiamo con la convinzione che oggi l'unica riforma possibile del lavoro passa dalla garanzia di reddito, dall'introduzione di salari minimi, dall'allargamento delle garanzie contrattuali, dalla riduzione delle tipologie contrattuali, dall'aumento dei salari, nel nome non del diritto al lavoro, ma del diritto alla scelta del lavoro."[...]