"Come attore sono una scarpa, ma nelle grigliate non mi batte nessuno!"
Benvenuto Presidente!
(Italia 2013)
Regia: Riccardo Milani
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci
Cast: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Beppe Fiorello, Remo Girone, Cesare Bocci, Massimo Popolizio, Patrizio Rispo, Gianni Cavina, Piera Degli Esposti
Genere: populista
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Siamo alle solite. In Italia le cose non cambiano mai. Vale per la politica, lo stesso vale per il cinema.
Cinema???
Perché, Benvenuto Presidente! sarebbe cinema?
No. Benvenuto Presidente! è una favoletta moralista che parte persino da buone intenzioni: mostrare un’alternativa onesta ai politici che infestano e hanno infestato l’Italia da… sempre. Il problema è che come al solito la realtà dei fatti supera gli intenti satirici. Era già capitato col terribile
Qualunquemente di Antonio Albanese, la cosa fondamentalmente si ripete anche qui. History repeating. La situazione politica italiana è talmente tragicomica di suo, che riuscire a sdrammatizzarci sopra è dura. Soprattutto quando a farlo è
Claudio Bisio, uno che non mi fa ridere manco per sbaglio, oltre che uno cresciuto a pane e
Mediaset. E sentire la predica fatta da uno che senza i soldini del Berlusca oggi sarebbe in mezzo a una strada non è proprio il massimo della vita.
"Sarò un Presidente umile...
Da oggi però chiamatemi Dio."
E pensare che lo spunto da cui prende il via la vicenda non è nemmeno tanto male e non è manco così irrealistico. Le ultime elezioni del Presidente della Repubblica non sono andate in fondo in maniera tanto differente. Nella realtà, i partiti si sono accordati per votare quel matusalemme di Napolitano. Nella fiction, pardon nel film, decidono invece di votare Giuseppe Garibaldi. L’ironica votazione ha però un vero valore legale e così il nuovo Presidente della Repubblica è l’unico Giuseppe Garibaldi in età per poter svolgere il compito, ovvero il pescatore di un piccolo paesino Giuseppe Garibaldi, soprannominato Peppino e interpretato da
Claudio Bisio.
Una volta che occuperà la prestigiosa carica di Presidente della Repubblica, Peppino farà le cose a modo suo. In maniera maldestra all’inizio, ma poi troverà la sua strada, con una politica più che onesta. Quasi da Santo. Al punto che avrebbe fatto rivoltare lo stomaco persino a Gandhi e a Madre Teresa di
Calcutta. Per carità, non sarebbe male avere davvero un Presidente così, però qui forse si esagera persino, in zuccherosi livelli di bontà.
"Dici che vestito così posso passare per Presidente della Repubblica?"
"Per Presidente può darsi, per attore no di sicuro."
Al di là della satira politica prevedibile e all’acqua di rose, che prende per i fondelli senza troppa cattiveria sia Destra che Sinistra e strizza pure l’occhiolino al populismo del Movimento 5 Stelle, a mancare è soprattutto un’altra cosa, quella cosa di cui parlavamo all’inizio. Il Cinema. Qui dentro non si sente puzza di Cinema, come invece capita con commedie francesi disimpegnate come
20 anni di meno e
Dream Team. Nelle produzioni dei nostri cugini, anche quelle più leggere, si nota una notevole cura nei particolari, nei dettagli, nelle interpretazioni. In Benvenuto Presidente! si respira invece aria di fiction televisiva a pieni polmoni.
Colpa anche di un’interpretazione imbarazzante di Bisio, che tira fuori tutto il suo repertorio di faccette e di gag sceme. Una vicenda grottesca (ma non troppo) del genere l’avrei vista meglio nelle mani e nella fisicità di un
Roberto Benigni. Per quanto pure lui abbia stufato, in un ruolo come questo avrebbe sicuramente fatto un figurone al confronto del “collega”. Un po’ come a
Sanremo. Benigni bene o male nei suoi interventi riesce a tenere desta l’attenzione, mentre Bisio quest’anno, con il suo monologo moraleggiante molto vicino allo stile di questa pellicola, è riuscito a raggiungere il punto più basso del Festival. E sì che di punti bassi a Sanremo c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Non va meglio neppure con il resto del cast, con una
Kasia Smutniak che è più decente quando si trova ad avere a che fare con parti drammatiche, mentre la commedia proprio non le si addice. Poi c’è
Giuseppe Fiorello, anche (s)conosciuto come
Beppe Fiorello, nella parte del politico senza scrupoli. E giù risate non perché è divertente, ma per la sua solita pessima performance recitativa. Il dramma è che, anziché prendere spunto dai colleghi americani o britannici o francesi, i “nostri” attori recitano come se fossero sempre in una soap-opera, con un uso costante del sospirato. E il sospirato è la morte del cinema.
Che altro? Non bastava la vicenda politica e così c’è anche un’immancabile improponibile storiella d’amore tra Bisio e la Smutniak, con tanto di ridicole (ma non comiche come vorrebbero essere) scene di sesso violento e improbabili proposte di nozze dopo appena una notte passata insieme. Ma che davero?
Bevenuto Presidente! è un film talmente moralista, populista, buonista che a fine visione ti viene voglia di andare ad attaccare barattoli alle code dei gatti, uscire per strada sognando che sia
La notte del giudizio, auto infliggerti una cura Ludovico a suon di visioni ininterrotte di Arancia Meccanica. Perché avere dei politici onesti sarebbe splendido, nella realtà. Ma vederne uno all’opera in una fiction, pardon in un film, è un’esperienza agghiacciante. Malvenuto Presidente!
(voto 4-/10)
"Un voto superiore al 3? Direi che è ancora andata bene..."