Vedete, il motivo per cui mi accanisco a scrivere tutte queste cose è che qui mi sento padrone a casa mia, come si dice sul pianeta dei calderoli. Non che la mia vera abitazione non sia confortevole, anzi. Ma qui so sempre dove trovare le cose. Non sparisce mai nulla. So che c’è un menu che a voi è trasparente ma che mi permette di scrivere un nuovo post come questo, mettere delle parole in grassetto o in italico,
- utilizzare
- i punti elenco
- che è una cosa
- che non faccio mai.
Se voglio abbellire il testo con foto o video so come fare. Insomma, conosco questo posto abbastanza bene, diciamo che le cose che mi serve che faccia le fa. Se poi proprio voglio rivoluzionare tutto – e già pensarlo mi mette i brividi – posso scegliere un tema diverso. I temi sono la grafica che compone le pagine, quindi i titoli scritti così, il menu scritto cosà, il carattere utilizzato eccetera. Ma so che molti di voi sono i fortunati possidenti di un luogo come questo quindi non mi dilungo oltre. Perché invece quando mi capita di andare altrove, in quelle accozzaglie di socialità frequentate da persone che ce la mettono tutta per superarsi (e superarmi) in acume e spirito, ogni due per tre cambia qualcosa. E il pulsante che prima era destra ora è a sinistra, e poi la colonna e i criteri di ricerca. Che poi tra di loro tutti questi grandi colossi della nuova bolla, che poi ora sono rimasti due e cioè Facebook e Google e gli altri si illudono di contare qualcosa, stanno all’erta e quando uno fa una modifica subito l’altro rilancia con qualche nuova funzionalità. Ed è tutto un “hey amico prova questo nuovo modo di visualizzare la posta”, e le etichette, gli speciali, le categorie e quelle in evidenza. Ma lo sapete, io sono uno di quelli che vorrebbe tutto sempre uguale. La Sip, l’Enel, tre canali Rai. Invece qui è tutto maledettamente veloce, non passa giorno in cui non ci sia qualcosa di nuovo da imparare per stare al passo con i tempi. Ma avete visto qual è poi la conseguenza? Siamo come i bambini a Natale, con mille pacchi da sfasciare, e il gioco vero è sfasciare i pacchi.