Bebbe Grillo sfodera ancora una volta le sue armi di potente oratore dimostrando ai politici come si fa ad accaparrarsi il consenso del popolo. Ancora una volta scende in piazza e cattura gli applausi di centinaia di Napoletani con un commento che gli costerà (ne siamo sicuri) un bel po’ di critiche.
Durante il comizio tenutosi ieri al Rione Sanità, il comico cavalca l’onda di quanti sono scesi in piazza per difendere la reputazione di Ciro (il tifoso napoletano sparato la scorsa settimana prima della finale di Coppa Italia) e per difendere soprattutto l’immagine di tutti quei napoletani che non vogliono identificarsi con quel “Genny ‘a Carogna” più volte sbattuto in prima pagina e nei Tg nazionali.
Uno dei primi striscioni esposti è stato proprio quello che recitava la scritta «Ciro non mollare», rappresentazione di un malessere generale cavalcato alla grande da Grillo che, senza pensarci nemmeno due volte, apre il comizio gridando alla gente «noi siamo gli ultras della politica, sì, perché noi ci incazziamo!!».
Prova perfino a difendere l’immagine di Genny, il leader del movimento 5 stelle, affermando che «se la sono presa con questo ragazzo, questo Genny, io l’unica cosa che non m’è piaciuta era la maglietta, ma per il resto se non è successo nulla è stato grazie a lui, le carogne sono altri, il ministro, la polizia che si fa vedere solo per manganellare, il governo!».
Ma l’apoteosi Grillo l’ha raggiunta quando, tuonando senza paura, ha ammesso: «Fossi stato napoletano anch’io avrei fischiato l’inno». Una mossa ritenuta da molti scaltra ed in un certo senso populista e che, siamo sicuri, scatenerà presto un vespaio di polemiche nel mondo della politica italiana.