Anche quest’anno il Festival di Berlino, giunto alla sua 64 ° edizione, si preannuncia eccellente, tra anteprime attesissime e preziosi restauri. Il festival si svolgerà nell’arco di dieci giorni, dal 6 al 16 Febbraio 2014, e il programma verrà reso noto sul sito ufficiale soltanto a fine Gennaio. Tuttavia, sono già trapelate le prime anticipazioni sull’edizione 2014: è di ieri la notizia della proiezione fuori concorso, in anteprima mondiale, della versione lunga e uncut di Nymphomaniac: volume I di Lars Von Trier, fra i film più attesi dell’anno che verrà. L’ultima opera dell’autore danese, che verrà divisa in due parti a causa della durata torrenziale (330 minuti in tutto), vedrà una distribuzione in alcuni Paesi europei il 25 Dicembre – non è ancora nota la data per l’Italia – in una versione ridotta, approvata dal regista. Un’occasione unica dunque, per poter vedere la prima parte Nymphomaniac nella sua interezza su grande schermo. Non è ancora noto se Lars Von Trier presenzierà alla kermesse per accompagnare il film.
Altra pellicola attesissima è The Grand Budapest Hotel, ultima fatica filmica di Wes Anderson, che vanta un cast a dir poco stellare: Ralph Fiennes, Harvey Keitel, Tilda Swinton, Adrien Brody, Edward Norton, Bill Murray, Jeff Goldblum e Willem Dafoe sono soltanto alcuni dei nomi che si avvicenderanno sullo schermo in questo nuovo affresco cinematografico firmato dal regista di titoli come I Tenenbaum (2001) e Moonrise Kingdom (2012). Sono stati resi noti anche alcuni titoli in concorso: oltre al già citato film di Anderson, è da sottolineare la presenza di Aimer, boire et chanter di Alain Resnais, di cui è d’obbligo citare il notissimo Hiroshima mon amour, 1959; al di fuori della film competition, un’altra prima mondiale: The monuments men, firmato da George Clooney, altra opera con un cast di alto rango, che vede Clooney anche in veste d’attore in compagnia di Matt Damon, Bill Murray, John Goodman e Cate Blanchett. Riguardo alle altre sezioni, Panorama vanta, tra le altre, la partecipazione di Michael Gondry con Is the Man Who Is Tall Happy?: an animated conversation with Noam Chomsky. Come da sottotitolo, una conversazione col leggendario linguista e intellettuale, ripresa con una vecchia videocamera Bolex e filtrata con disegni e animazioni: un’opera unica, impossibile da descrivere a parole.
Per finire (almeno per ora, visto che questi sono solo alcuni assaggi), la sezione Berlinale Classics presenta la versione resturata e digitalizzata del capolavoro espressionista Il gabinetto del Dottor Caligari, di Robert Wiene (1920). Un’operazione di fondamentale importanza, che proprio in questo periodo sta finalmente giungendo al termine. Per la prima volta sono stati utilizzati i materiali più rilevanti: dai negativi originali, conservati al Bundesarchiv-Filmarchiv di Berlino, fino a varie stampe del film che erano custodite in differenti parti del mondo. L’obbiettivo è quello di usare il digitale soltanto in senso conservativo, preservando ed esaltando le qualità originarie della pellicola. L’accompagnamento musicale sarà la sola, vera innovazione del progetto: spetterà a John Zorn, compositore e musicista d’avanguardia, con influenze molteplici che vanno dal jazz al noise fino alla pura avant-garde, il compito di accompagnare la proiezione con una partitura per organo, che in parte si sbriglierà nell’improvvisazione. Anticipazioni d’eccellenza per un Festival che giunto al suo 64 ° anno di età, sembra ringiovanire col trascorrere delle stagioni.
Chiara Pani