Berlusconi continua a dare le carte

Il fatto che colpisce di più, se vogliamo, non è stato tanto la condanna a sette anni di reclusione inferta a Berlusconi in primo grado per il caso Ruby, quanto quello che la notizia più importante della giornata politica di ieri ha riguardato l'incontro a Palazzo Chigi tra il premier Letta e lo stesso Berlusconi, con tanto di zio Gianni al seguito... Berlusconi ha recitato la parte (che è poi nella realtà delle cose) di chi ha in mano le chiavi delle sorti del governo e della legislatura. La condanna in primo grado per concussione e prostituzione minorile con conseguente interdizione perpetua dai pubblici uffici, sembra, com'era prevedibile, non averne scalfito il ruolo politico. Anzi, se la si vuole dire tutta, proprio la sentenza di Milano dà la possibilità allo stesso Berlusconi di rilanciare quello che è il suo leitmotiv preferito: la polemica contro la magistratura, il fatto che, secondo lui, lo si voglia eliminare non per via politica, ma per via giudiziaria. Nello stesso giorno della sentenza di Milano, la ministra Idem del Pd si è dimessa per aver eluso il pagamento dell'Imu, dichiarando di avere stabilito la residenza anagrafica nei locali della propria palestra. Nulla da dire, anzi: la ministra Idem ha ritardato quelle dimissioni che una semplice norma di correttezza le avrebbe imposto all'emergere del caso che la riguardava. Le due vicende non sono, com'è evidente, paragonabili, ma  nemmeno lo sono le reazioni dei due politici, perché nel caso di Berlusconi l'impressione, e non solo l'impressione, è quella di chi (augurandogli comunque lunga vita), abbandonerà la scena politica solo per cause naturali.