Oggi il capo del Governo parla della crisi in aula a mercati chiusi. In sintesi agferma che il paese e' solido sia finanziariamente sia economicamente. Serve maggiore coesione sociale e le opposizioni possono contribuire in maniera determinante al raggiungimento dell'obiettivo della crescita. Verrebbe da aggiungere un amen.
Considerando che per crescere serve un piano, che ancora non è definito. Qualcosa nella comunicazione di Berlusconi non va.
In primo luogo, non si comprendono 12 minuti di applauso in 40 minuti di intervento. Sono troppi ed è facile pensare che non siano spontanei. Anzi, sono sicuramente strumentali. Servono per rafforzare un discorso debole. In pratica lo rendono ancora più debole di quanto li sia.
In secondo luogo, manca l'oggetto del contendere, cioè il piano per la crescita. La crisi economica non è un problema di oggi, ma di ieri. Ed era ieri che doveva essere affrontato. Oggi, invece, si parla ancora di coesione e di collaborazione. Cioè delle premesse, necessarie per superarlo. Se serve coesione da parte di tutti e questa coesione non c'è, allora vuol dire che la crisi non sarà mai superata e questo governo nulla potrà fare. Se 2+2 fa 4, il discorso di Berlusconi è tutt'altro che rassicurante.
Come se non bastasse l'opposizione dichiara di voler collaborare solo se lui si fa da parte. Il che equivale a dire che Berlusconi non è garanzia di fuoriuscita dalla crisi.
Più che un discorso per tranquillizzare la nazione ed i mercati, quest'intervento e' stato un fallimento comunicativo e politico.
Affaritaliani.it - Crisi/ Berlusconi: Paese solido, opposizione collabori
Le parole del premier tra giusti obiettivi e poca concretezza
L'urgenza della realtà, l'obbligo di cambiare passo
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